Obi-Wan Kenobi: intervista a Ewan McGregor, Moses Ingram e Deborah Chow in occasione dell’uscita della serie Lucasfilm in streaming su Disney+ dal 27 maggio
Ewan McGregor: Quali differenze hai trovato sul set tra girare i film e la serie e a cosa ti sei ispirato per riportare sullo schermo Obi-Wan Kenobi?
Ewan McGregor: Ho cercato di ispirarmi molto ad Alec Guinness, molti dei miei dialoghi avrebbero potuto essere pronunciati da lui.
La tecnologia odierna è così diversa da quanto abbiamo girato la trilogia prequel, non vedo alcuna differenza tra lavorare sul set cinematografico e su quello della serie televisiva, la struttura episodica della nostra serie è comunque legata ad un’unica narrativa, poi suddivisa in episodi per esigenze televisive, a differenza magari di The Mandalorian che ha una natura maggiormente episodica.
I set della trilogia prequel con George Lucas hanno segnato la mia prima esperienza con le cineprese digitali, ma paragonato a quello che facciamo oggi sembra preistoria. Il nuovo setup delle macchine da presa è letteralmente incredibile, ai nostri tempi erano dei “dinosauri” ed erano così rumorose che abbiamo dovuto ridoppiare per intero Episodio II, non c’è nessuna linea di dialogo in presa diretta a causa del rumore che è stato poi eliminato in post-produzione. Oggi è tutto diverso.
George Lucas è stato un pioniere nell’uso della tecnologia, nell’applicazione degli effetti speciali, nel design dei set, quindi ha sempre cercato di spingere al massimo le tecnologie a sua disposizione. È stata una evoluzione avvincente tra i set del passato e oggi.
Come vi siete approcciati a questa serie?
Ewan McGregor: Ritornare nelle vesti di Obi-Wan Kenobi è stato un processo molto lungo e complesso. Per anni mi è stato chiesto quando sarei ritornato ad interpretarlo, era sempre l’ultima domanda che mi veniva posta in qualsiasi intervista o incontro.
Quando abbiamo realizzato la trilogia prequel non abbiamo ricevuto l’accoglienza sperata, ma negli anni quella stessa generazione ha rivalutato il nostro lavoro e quando Disney ha bussato alla mia porta, per chiedermi di tornare nel ruolo ed esplorare differenti storyline ambientate tra Episodio 3 ed Episodio 4, ero molto eccitato all’idea di ritornare a far parte di Star Wars, a patto di avere la storia giusta da portare al pubblico.
Deborah Chow: Con Obi-Wan Kenobi abbiamo avuto l’opportunità di raccontare in una limited series il background di questi personaggi amatissimi, sfruttando a nostro favore un minutaggio maggiore rispetto al lungometraggio.
Mi piaceva l’idea di lavorare su un personaggio proveniente da una mitologia più grande e focalizzarmici con una vicenda a lui dedicata, un po’ come è stato fatto per Logan e Joker.
Moses Ingram: Sono rimasta molto sorpresa di essere chiamata a far parte di Star Wars, mi sono sentita sia eccitata che spaventata all’idea!
Come ritroveremo Obi-Wan Kenobi a dieci anni di distanza da Star Wars: Episodio III – La vendetta dei Sith?
Ewan McGregor: Ritroviamo un Obi-Wan diverso dopo La vendetta dei Sith, alla fine di quell’episodio l’ordine dei Jedi è stato distrutto e per dieci anni Obi-Wan si è nascosto senza poter più comunicare con i suoi compagni, sente di aver perso la fede in quella religione e ha fatto un passo indietro rispetto ad essa.
La sua unica responsabilità adesso è quella di trovare Luke Skywalker, è l’unica cosa che lo lega al suo passato. Non è più l’uomo spirituale che abbiamo conosciuto, ed è interessante anche vedere il ritorno presso i luoghi del suo passato.
Il mio Obi-Wan adesso è molto più simile a quello interpretato da Alec Guinness nella trilogia originale che non a quello della trilogia prequel.
Qual è la relazione tra Obi-Wan Kenobi e Anakin Skywalker adesso?
Deborah Chow: Quando abbiamo iniziato a sviluppare i due personaggi e le loro relazioni più significative, in seguito all’impatto così potente della conclusione de La vendetta dei Sith, è stato naturale pensare a proseguire la relazione tra Obi-Wan e Anakin nella serie.
Ewan McGregor: È stato molto emozionante e curioso ritornare a lavorare insieme ad Hayden Christensen. Siamo stati così vicini per anni durante la lavorazione della trilogia prequel, abbiamo poi perso un po’ i contatti e quando ci siamo ritrovati nuovamente fianco a fianco c’è sembrato che il tempo non fosse mai passato.
Qual è l’aspetto più eccitante dell’Inquisitrice Reva?
Moses Ingram: Reva è molto intelligente e fedele ai Sith, ha sposato il Lato Oscuro ed è molto divertente essere cattivi sullo schermo!
Non appena diventi confidente con il tuo corpo, i costumi, le coreografie e trovi il giusto feeling diventa tutto molto bello e sono stato felice di trovarmi sul set, è stato molto bello allenarsi con le spade laser e andare a scuola di Jedi, anche se all’inizio ero un po’ intimidita dall’atmosfera e da ciò che Star Wars rappresenta per i fan.
Ewan McGregor: Abbiamo iniziato a conoscerci combattendo insieme, mesi prima dell’inizio delle riprese durante gli allenamenti per apprendere gli stunt delle scene d’azione. Le nostre coreografie sono state studiate partendo dalla trilogia prequel, sono coreografie “pensanti” ed è stato molto emozionante portarle sullo schermo.
Cosa ha significato per voi approcciarvi al mondo di Star Wars e a questa serie?
Ewan McGregor: Quando è uscito Una nuova speranza (Guerre Stellari) avevo sei anni, sono corso a vederlo al cinema e non dimenticherò mai la relazione nata all’epoca con Star Wars e i suoi personaggi. All’uscita la trilogia prequel non è stata accolta nel migliore dei modi dallo sconfinato fandom di Star Wars, ma oggi è stata rivalutata, per me è stato molto importante farne parte ed è per questo che sono ritornato nel ruolo.
Deborah Chow: È stato un viaggio molto lungo, abbiamo lavorato circa tre anni a questa miniserie, abbiamo usato la tecnologia di produzione virtuale Volume utilizzata anche in The Mandalorian e The Book of Boba Fett. La tecnologia oggi avanza tantissimo nell’arco di pochi anni ed è stato incredibile lavorare al design ed imparare come utilizzare gli strumenti a nostra disposizione sul set nel migliore dei modi.
Moses Ingram: Questa esperienza ha superato di gran lunga le mie aspettative, c’è una schiera di appassionati incredibile legata a Star Wars ed entrare a fare parte di questo mondo è stato estremamente affascinante.
Ewan McGregor: All’epoca è stata per me un’esperienza rivoluzionaria lavorare con il green screen e adesso lavorare sul set di produzione virtuale Volume è stato davvero eccitante. Le scene d’azione hanno richiesto così tanta preparazione tra apprendimento ed esecuzione che a volte abbiamo girato due, tre giorni di fila senza praticamente fermarci, è stato davvero sfidante.
Deborah Chow: Durante le riprese abbiamo anche ascoltato un sacco di musica a tema Star Wars, ovviamente di John Williams, che ritorna anche qui in Obi-Wan Kenobi.
Ewan McGregor: Com’è cambiata la tua preparazione tra trilogia prequel e serie?
Ewan McGregor: Ho impiegato mesi per ritrovare l’accento di Obi-Wan. Ho iniziato con uno screen test sul set di The Mandalorian e tornare ad indossare le vesti di Obi-Wan è stato pazzesco, lo abbiamo riportato in vita e tornare ad interpretarlo è stato come non aver mai lasciato questo personaggio.
Moses Ingram: Gli Inquisitori dopo Star Wars Rebels richiamano sempre più interesse e curiosità, cosa hai provato a diventare uno di loro?
Moses Ingram: Guardavo Star Wars con i miei fratelli e poter diventare una tipa tosta sullo schermo, una “badass” femmina, è stato stupendo così come indossare il costume!
Deborah Chow: Come hai lavorato sui personaggi?
Deborah Chow: Sviluppare personaggi così iconici ha significato anzitutto rispettare le loro caratteristiche e allo stesso tempo proporre una visione originale ed interessante per riportarli sullo schermo e raccontarne l’evoluzione tra prequel e sequel, prestando attenzione a rimanere fedeli al canone.
Moses Ingram: Cosa ti è piaciuto di più della storia di questi personaggi?
Moses Ingram: La sceneggiatura è molto emozionante e complessa, sono coinvolti tanti personaggi ma non posso proprio dire di più, anche i dialoghi sono così eccitanti!
Deborah Chow: Quale tono hai scelto per questa serie?
Deborah Chow: Il tono della serie è particolarmente dark soprattutto all’inizio, vediamo Obi-Wan affrontare un periodo oscuro, ma abbiamo cercato di trovare il giusto equilibrio tra il suo senso di compassione e la sua ironia e bilanciare le tenebre con la speranza.
Seppur con toni e sfumature diversi rispetto ai film, è stato eccitante avere la possibilità di riportarlo sullo schermo.
Qual è il vostro Star Wars preferito?
Ewan McGregor: Il mio preferito è Una nuova speranza, l’ho visto al cinema quando avevo sei anni e ha cambiato la mia vita in tanti modi da ragazzino, rimarranno per sempre impresse nella mia mente le lande del deserto e i due robottini che le attraversano.
Moses Ingram: Il mio preferito sarà questa serie, Obi-Wan Kenobi, per tutte le emozioni che mi ha dato e per ciò che ha significato per me, esattamente come Una nuova speranza per Ewan.
Deborah Chow: Mi ha colpito molto Rogue One per l’impatto visivo ed emozionale, l’ho trovato davvero eccezionale.