One for the Road

One for the Road recensione film di Baz Poonpiriya con Tor Thanapob e Ice Natara [FEFF 24]

One for the Road: la recensione del film campione di incassi in Thailandia di Baz Poonpiriya, presentato in anteprima al Sundance Festival e in Italia in occasione della ventiquattresima edizione del Far East Film Festival

One for the Road recensione film di Baz Poonpiriya con Tor Thanapob, Ice Natara, Ploi Horwang, Noon Siraphun, Violette Wautier e Aokbab Chutimon

One for the Road non è un classico road movie. O meglio, è, sì, un road movie, e per di più dotato di tutte le caratteristiche del genere, ma, alla fine, quando i titoli di coda iniziano a scorrere sullo schermo, non si ha l’impressione di averne visto uno. La storia, che vede come protagonisti Baz (Thanapob Leeratanakachorn) e Aood (Nattarat Nopparatayapon), nonostante prenda le mosse da quella che sembra una commedia sull’amicizia, finisce per regalare allo spettatore momenti molto intensi, alternati a situazioni comiche che riescono a sdrammatizzare il contenuto malinconico.

Baz gestisce da alcuni anni un bar a New York City, fino a quando, inaspettatamente, riceve una telefonata da Aood, un suo amico di vecchia data, che gli chiede di poter ritornare immediatamente nella sua città per risolvere una questione molto seria: riuscire a ricontattare ed incontrare nuovamente le ex fidanzate prima che la leucemia, malattia che lo affligge, lo possa portare via. Da questi vaghi dettagli di trama lo spettatore è subito portato a pensare che, per l’ennesima volta, ci si trovi davanti ad un film sul cancro, che ormai si configura come un tema topico nelle storie drammatiche e d’amore, soprattutto adolescenziali – non solo grazie a Colpa delle stelle, ma a tanti e tanti e tanti altri che sono seguiti a questo capostipite del “genere”. Da quanto emerge dai primi minuti della pellicola ci sono quindi tutte le buone premesse per riproporre l’ennesimo road movie sull’amicizia e l’ennesimo film con un personaggio afflitto da una malattia terminale, eppure, nel giro di poche scene, subito il pregiudizio iniziale dello spettatore viene ribaltato.

Tor Thanapob e Ice Natara
Tor Thanapob e Ice Natara (Credits: FEFF 24)
One for the Road recensione film di Baz Poonpiriya
One for the Road di Baz Poonpiriya con Tor Thanapob e Ice Natara (Credits: FEFF 24)

LEGGI ANCORA: L’intervista a Baz Poonpiriya, regista di One for the Road

Baz e Aood sono due persone molto diverse e, anche nella presentazione di questi personaggi, non mancano stereotipi: se Baz rappresenta l’amico spavaldo, per niente interessato ad avere una relazione seria, Aood è invece quell’amico timido che ricerca le principali persone del suo passato per poter fare pace con quanto successo. Nello svolgimento della storia, però, questi tratti superficiali lasciano presto il posto ad una configurazione dell’animo di entrambi molto più complessa di quello che potrebbe sembrare, quel Baz che non ha mai avuto una relazione duratura da quando si è trasferito a New York per aprire un bar, in realtà, non ha mai dimenticato il suo primo amore e Aood, anche se inetto ed impacciato, riesce a trovare la forza di superare gli spiriti del passato perdonando e lasciando spazio alla comprensione reciproca e all’affetto con le persone che hanno fatto parte, in un modo o nell’altro, della sua vita.

Mentre il viaggio su strada dei protagonisti procede per tappe e sempre in avanti, un altro viaggio scorre su binari paralleli ma in senso inverso: è il ripercorrere delle tappe dell’esistenza di Aood, che vede coinvolto anche Baz in molti episodi. Se l’automobile porta i due ragazzi in avanti, i ricordi li riportano sempre in un’altra dimensione, sospesa e indietro nel tempo, creando così un gioco di movimenti opposti che agli occhi dello spettatore vengono restituiti attraverso l’effetto del flashback.

Chutimon Chuengcharoensukying
Chutimon Chuengcharoensukying (Credits: FEFF 24)
Tor Thanapob
Tor Thanapob (Credits: FEFF 24)

Non solo attraverso questo espediente tecnico si può toccare con mano il senso di nostalgia, anche la musica gioca un ruolo di primo piano, sia dal punto di vista della narrazione (Aood ha intitolato ogni cassetta come una delle sue ex fidanzate e, ogni volta che i due partono per cercare una di loro, una diversa musica li accompagna a seconda della persona che intendono ritrovare), sia per quanto riguarda ciò che la pellicola intende trasmettere al pubblico: in successione ascoltiamo One di Harry Nilsson e Tiny Dancer di Elton John e, indipendentemente da dove il pubblico si trovi, sicuramente avrà sentito queste canzoni famosissime a cui avrà associato – inevitabilmente – un ricordo personale. Così l’opera, attraverso un elemento apparentemente “di sottofondo” come la musica, riesce a far entrare lo spettatore nel vivo della storia, esattamente come era riuscito Wong Kar-wai, rendendo la musica – anche canzoni pop molto famose – una sorta di “firma d’autore” nelle sue pellicole.

One for the Road riesce quindi ad unire diversi generi senza mai apparire banale, sempre tenendo presente l’idea che la libertà che può trasmettere il viaggio che i due protagonisti compiono non ha senso se non unita alla dimensione più interiore di ognuno di loro: in fondo nessuno è davvero libero se prima non riesce a fare pace con il proprio passato ed il proprio vissuto.

Sintesi

Baz Poonpiriya riesce a rinnovare il genere classico del road movie raccontando la storia di una profonda amicizia, passando per momenti comici e malinconici e senza mai scadere nello stereotipo, regalando al pubblico un film intriso di nostalgia per il passato ma anche di speranza per il futuro.

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