Oscar 2021: Nomadland di Chloé Zhao vince come miglior film alla 93esima edizione degli Oscar. La regista, sceneggiatrice, montatrice e produttrice si aggiudica anche l’Oscar alla migliore regia
Come da previsioni, Nomadland di Chloé Zhao vince l’Oscar al miglior film alla 93esima edizione degli Oscar, confermandosi il film dell’anno.
Tratto dal romanzo di Jessica Bruder, abbiamo definito Nomadland – qui la recensione – la perfetta e migliore sintesi dell’ultima stagione cinematografica per meriti artistici e tematiche affrontate, tra crisi economica, accettazione della diversità e spirito di inclusione.
Già vincitrice della statuetta per la migliore regia, Chloé Zhao di Nomadland è anche produttrice, montatrice e sceneggiatrice, ultime due categorie nelle quali il film è uscito sconfitto in favore di Sound of Metal e The Father.
Tra i vincitori della 93esima edizione degli Oscar sembra vigere la legge dei due Oscar:
- Due Oscar a Mank (fotografia e scenografia),
- Due Oscar a The Father (sceneggiatura adattata e attore protagonista),
- Due Oscar a Sound of Metal (sonoro e montaggio),
- Due Oscar a Ma Rainey’s Black Bottom (makeup e hairstyling e costumi),
- Due Oscar a Soul (film d’animazione e colonna sonora originale),
- Due Oscar a Judas and the Black Messiah (attore non protagonista a Daniel Kaluuya e canzone originale, a scapito della nostra Laura Pausini)
con le uniche eccezioni dei tre Oscar a Nomadland (film, regia e attrice protagonista a Frances McDormand), e di un Oscar a testa per Una donna promettente (sceneggiatura originale a Emerald Fennell) e Minari (attrice non protagonista a Yuh-Jung Youn).
Un’edizione dallo spettacolo fortemente sottotono nonostante gli enigmatici e rivelatisi poi infondati proclami sullo show da parte del produttore esecutivo Steven Soderbergh, che avrebbe dovuto mettere in scena una sorta di racconto cinematografico dei suoi film e interpreti protagonisti, con alcune forzature inspiegabili e francamente difficili da accettare, come l’anticipare la premiazione al miglior film prima delle categorie dei migliori attore e attrice protagonisti, con l’intento di voler enfatizzare la potenziale (poi con grande sorpresa sfumata) vittoria di Chadwick Boseman per Ma Rainey’s Black Bottom, cambiando il rito della cerimonia, sgonfiandone il finale e bruciando anche la vittoria di Sir Anthony Hopkins, non presente nemmeno virtualmente per l’acceptance speech nonostante durante la pandemia il leggendario attore sia diventato un’idolo sui social network con i suoi video e i suoi frequenti post di aggiornamento rivolti ai fan.
La 93esima edizione degli Oscar si lascerà alle spalle inevitabili polemiche, dallo sminuimento della categoria miglior film alla mancata vittoria di Chadwick Boseman, fino all’enigma della rumorosa assenza di Sir Anthony Hopkins, che torna a trionfare agli Oscar dopo la nomination dell’anno scorso per I due papi, più anziano interprete candidato e vincitore di un Oscar all’età di 83 anni, a 29 anni dal suo primo Oscar per il capolavoro Il silenzio degli innocenti che l’ha reso immortale anche grazie alla sua indimenticabile interpretazione di Hannibal Lecter.
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