Owen Wilson il testimonial

Quando parlate di cinema e il vostro interlocutore menziona ‘Clive Owen, quello con quel naso’, sapete a chi si riferisce: Owen Wilson non sarà uno dei nomi più memorabili, ma con la sua cascata di capelli biondi ed il suo naso indubbiamente particolare, è uno dei volti più facilmente riconoscibili del grande schermo.

Non sorprende perciò che il mondo della pubblicità l’abbia tentato più volte, al punto che oggi è difficile accendere la tv in qualsiasi Paese europeo e non trovarsi davanti l’attore, intento ad accentuare questo o quell’altro aspetto del suo personaggio pubblico per reclamizzare un particolare prodotto.

Da quest’anno, in Francia, il biondo è il volto della campagna per i biscotti Oreo, nella quale si gioca sulla sua (apparente) ignoranza della lingua francese (ma forse è anche complice il fatto che il suo ultimo ruolo di successo fu Midnight in Paris).

Per il mercato Belga, il secondo promo è stato ri-girato in Francese e in Fiammingo (con diversi doppiaggi per la ragazza, per coprire i vari accenti locali). In Belgio c’è anche un secondo spot (anche in Francese, bien sûr).

In Gran Bretagna, l’attore mostra dall’anno scorso il suo lato rilassato nel pubblicizzare i divani Sofology, in un paio di spot poco ispirati (anzi, francamente imbarazzanti).

L’attrazione di Wilson per la pubblicità non è un fatto nuovo: non c’è bisogno di ricordarvi gli spot per Crodino, realizzati a partire dal 2014, che a confronto con quelli menzionati sopra sono dei capolavori di inventiva (peccato per il fatto che siano doppiati). Li conoscete, perciò eccone uno solo a titolo di esempio:

Nel 2015, Owen fu il protagonista di un alcuni bizzarri corti realizzati per la compagnia di crociere australiana P&O:

A partire dal 2011, complice il suo ruolo da voce protagonista in Cars, l’attore è anche stato il narratore di alcuni spot per Hertz, come ‘The Gas or the Brake’, nel quale chiaramente si evoca lo stile di Wes Anderson.

I due sono stati compagni di università e sono cresciuti professionalmente insieme, ma dopo essere stato co-autore e poi co-protagonista in quasi tutti i film di Anderson, nei più recenti Wilson ha interpretato un singolo cammeo (in Grand Budapest Hotel), ed è totalmente assente da Isle of Dogs. Non possiamo non notare che questo esubero pubblicitario sia iniziato con il rarefarsi del sodalizio professionale con Anderson, e forse è solo una coincidenza. Forse la pubblicità è solo un modo di arrotondare e l’attore è perfettamente soddisfatto con i suoi ruoli attuali (da figura paterna in Wonder e, letteralmente, in Father Figures). A noi spettatori quella collaborazione, comunque, manca, e speriamo che i due impieghino meno di Scorsese e DeNiro per tornare a lavorare insieme. O, almeno, che Owen Wilson si alzi presto da quel divano e si trovi un ruolo che faccia esclamare anche a noi: Woow!

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