Panama Papers

Panama Papers recensione [Venezia 76]

Panama Papers recensione del film di Steven Soderbergh con Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas, Jeffrey Wright, Matthias Schoenaerts, James Cromwell, Sharon Stone

Non sono così tanti i registi a poter controllare fermamente e pienamente le diverse gradazioni di tono, della commedia e del dramma insieme, per giunta.

Steven Soderbergh ci ha costruito invece una carriera, su questa sua incredibile abilità: multiforme come pochi, è passato – senza perdere il suo peso specifico come autore – dalle grandi produzioni (stile Ocean’s, fondate più che altro sull’accumulo di star in un racconto mainstream) a quelle piccolissime e minuscole, dal thriller politico (vedi il dittico sul Che) al film di denuncia (Erin Brockovich), arrivando al videogioco che si trasmuta in un serial interattivo dai toni gialli (Mosaic) al dramma psicologico girato con un cellulare (Unsane).

Gary Oldman e Antonio Banderas in Panama Papers
Gary Oldman e Antonio Banderas in Panama Papers

Con Panama Papers – The Laundromat, portato in concorso a Venezia 76, non solo si districa con una storia che parte come un finto doc e poi si dissolve in numerose storie e racconti dentro i racconti, ma arriva al virtuosismo di girare quasi due film in uno, con un paio di svolte narrative improvvise che segmentano la trama senza soluzione di continuità, e unendo teoreticamente quell’urgenza di denuncia – il film è tratto da un libro, basato su un’inchiesta giornalistica – alla polvere di stelle che scende da un tris d’assi in scena.

Meryl Streep, Gary Oldman e Steven Soderbergh
La divina Meryl Streep in compagnia di Gary Oldman e del regista Steven Soderbergh per Panama Papers in Concorso al Lido

Partendo da Antonio Banderas e Gary Oldman: da voci narranti si intrufolano nei diversi quadri della storia, a tratti anche variando la sintassi del racconto, e pian piano ne diventano protagonisti con un senso della scena unico. E finendo con Meryl Streep, alla quale ormai si è fin troppo abituati a fare complimenti da non notare neanche più il suo magistero interpretativo, la statura emotiva gigantesca che riesce a dare ad ogni suo personaggio. Che in Panama Papers – The Laundromat è una donna non più giovane in gita con il marito: ma il battello dove stanno facendo un’escursione si rovescia, lui muore, e lei scopre che l’assicurazione non copre l’incidente iniziando così a seguire una filiera di indizi e tracce che la porteranno dritta fino a Mossack Fonseca, uno studio legale esperto in società offshore e imbrogli legalizzati per truffe societarie.

Gary Oldman e Antonio Banderas in Panama Papers
Gary Oldman e Antonio Banderas in Panama Papers

Il tutto con un percorso a tappe formato da cinque capitoli e cinque “segreti” più diverse disgressioni, tanti personaggi e un fiume di parole e informazioni che provengono un po’ dai famosi Panama Papers, i documenti con le informazioni hackerate nel 2016 da un misterioso John Doe e che ha scoperchiato le reali truffe di alcuni paradisi fiscali, un po’ dal genio torrenziale di Soderbergh. Che con Panama Papers si concede il meta-cinema di denuncia, mascherando l’attualità e l’urgenza del suo cinema perennemente in movimento, sempre alla ricerca del capo dell’inestricabile matassa che lega vero e falso, realtà e menzogna, che siano all’interno di una coppia o nel tessuto socio economico.

Gary Oldman e Antonio Banderas in Panama Papers
Gary Oldman e Antonio Banderas in Panama Papers

Un meta-cinema esplosivo che ha la fascinazione dello slapstick, ma che alla fine si rivela in tutta la sua drammatica verità, la sua prorompente urgenza: con la stessa disinvoltura Meryl rivela il trucco nascosto nel finale di Panama Papers, film saggio organizzato magnificamente, per poi rivelare la natura finzionale del racconto e del cinema. Levando la parrucca, e rimanendo una donna sola con la verità.

Gianlorenzo

Sintesi

Con Panama Papers Steven Soderbergh si districa con una storia che parte come un finto doc e poi si dissolve in numerose storie e racconti dentro i racconti, arrivando al virtuosismo di girare quasi due film in uno, unendo l’urgenza di denuncia alla polvere di stelle, mettendo in scena un tris d’assi composto da Meryl Streep, Antonio Banderas e Gary Oldman.

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