La nostalgica filmografia di Paul Thomas Anderson

La nostalgica filmografia di Paul Thomas Anderson: dal cinema dell’allusione all’estetica di cartoline sbiadite, dalla New Wave alla citazione della storia del cinema

Dopo molta attesa Licorice Pizza è finalmente arrivato nelle sale italiane e possiamo tornare al cinema per vedere il nuovo lungometraggio del regista Paul Thomas Anderson.

Cinema of Allusion

Noël Carroll nel 1982 scrisse che il futuro del cinema era l’allusione: dagli anni Settanta in poi, i film avrebbero citato il cinema stesso e così facendo il linguaggio cinematografico si sarebbe imposto come riconosciuta forma d’arte per tutti. L’allusione è l’atto di fare riferimento a un film al fine di costruire molteplici significati intertestuali.

Il cinema delle allusioni è nato e si è affermato con il Rinascimento Hollywoodiano, quando i cineasti hanno iniziato a fare quanto artisti, letterari e musicisti avevano già compiuto in passato: creare riverenza per la storia del cinema, cristallizzarla. Nella filmografia di Paul Thomas Anderson la New Wave è la corrente cinematografica di maggior influenza sulle sue opere.

Boogie Nights contiene numerosi riferimenti ai film realizzati da Martin Scorsese negli anni Settanta e Ottanta, in particolare Toro scatenato. Alla fine di Boogie Nights, Dirk Diggler (Mark Wahlberg) si guarda allo specchio ripetendo più volte di essere una star, così come Robert De Niro nei panni di Jake LaMotta. Ma non solo. In Boogie Nights Anderson ricrea varie sequenze di film pornografici degli anni Settanta. La sequenza in cui una donna schernisce Mark e lui la schiaffeggia è tratto dal film del 1976 Tell Them Johnny Wadd is Here. Altri due esempi sono il film pornografico Brock Landers: Angels Live in My Town o la parodia del film noir pornografico China Cat del 1978. Il regista sceglie di ricreare l’epoca d’oro del cinema pornografico attraverso uno sguardo più autentico possibile. Nelle allusioni ai film del passato, i riferimenti tra somiglianze e differenze, rispondono al desiderio di indagare il clima politico ed emotivo degli anni in cui il lungometraggio è ambientato. L’autenticità è l’elemento estremamente importante per Anderson, il quale usa sapientemente l’intertestualità al fine di creare più significati tramite essa.

Mark Wahlberg in Boogie Nights
Mark Wahlberg in Boogie Nights

Cartoline sbiadite

Paul Thomas Anderson ha definito l’estetica dei suoi film come quella di cartoline sbiadite; oggetti passati, ricchi di memoria, oggetti cari, conservati nel del tempo. Vi è una profonda nostalgia nelle sue opere. Ambientati prevalentemente nella San Fernando Valley, dove lo stesso regista è cresciuto e vive tutt’ora, i suoi film trattano temi molteplici dalle relazioni familiari disfunzionali, l’alienazione, le famiglie surrogate, la solitudine, il destino, il rimpianto e le relazioni amorose tra personaggi eccentrici, temi connessi da un unico grande tema: il rapporto tra un individuo, i suoi rapporti interpersonali e gli elementi socio-culturali che li circondano.

L’uso dell’allusione necessità un uso accorto, si tratta di un estetica complessa che necessità di fluidità sfidando gli spettatori a riconoscerne i riferimenti e al contempo rendendoli elusivi. Anderson attinge costantemente al lavoro di altri registi creando allusioni, tra riflesso e differenza, che vanno oltre la singola citazione comprendendo commemorazioni, rielaborazioni, omaggi, riferimenti a inquadrature, topos, dialoghi, temi, gesti e così via. Citando film di uno specifico periodo Anderson rimanda a un tempo palpabile, autentico, legato nella nostra memoria a una specifica estetica.

Alana Haim e Cooper Hoffman in Licorice Pizza
Alana Haim e Cooper Hoffman in Licorice Pizza (Credits: Eagle Pictures)

Nella filmografia di Anderson il citazionismo non si ferma al passato ma comprende anche una certa dose di autoreferenzialità. Il regista americano è consapevole del suo lavoro e di come nel corso degli anni i suoi film hanno trovato una sua collocazione nel contesto artistico contemporaneo. I suoi filmi negli anni hanno sempre riflettuto su se stessi: l’autocitazionismo è un’indagine verso la responsabilità di quanto è stato creato e non a caso la ripetizione è un elemento centrale dei suoi film.

Licorice Pizza inizia con un rapidissimo dialogo tra Alana (Alana Haim) e Gary (Cooper Hoffman) in cui quest’ultimo nota come Alana dica tutto due volte, incredula lei risponde che non è vero, per ben due volte. Sia in Boogie Nights che MagnoliaUbriaco d’amore e anche The Master vi sono dialoghi simili, ma soprattutto la frase “Non ho fatto niente“. Così come i dialoghi anche l’estetica rimane similare di film in film nonostante le molte differenze. Anderson rimane fedele all’uso dei piani sequenza attraverso steadicam e ricorre a pochissimi tagli in montaggio, all’utilizzo di una musica leitmotivica dai forti topos, e infine, ma non per importanza, alla creazione di veri e propri sodalizzi artistici con i membri del cast artistico e tecnico tra cui spiccano Philip Seymour Hoffman, il direttore della fotografia Robert Elswit, il costumista Mark Bridges e il compositore Jonny Greenwood.

Viene così a nascere negli spettatori un sentimento di forte nostalgia nei confronti delle opere di Anderson come unicum, sedersi in una sala cinematografica e riconoscerne lo sguardo autoriale diventa una parte centrale della visione delle sue opere.

La nostalgica filmografia di Paul Thomas Anderson
Daniel Day-Lewis in Il Petroliere
Tom Cruise è Frank T.J. Mackey in Magnolia
Tom Cruise è Frank T.J. Mackey in Magnolia

Citazione e parodia della storia del cinema

Nel film Il petroliere (There Will Be Blood) la scena d’apertura mostra Daniel Plainview (Daniel Day-Lewis) estrarre argento dal profondo di una miniera, in un’imitazione di una ripresa del film Il tesoro della Sierra Madre (The Treasure of the Sierra Madre) del 1948 in cui Humphrey Bogart interpretava un cercatore d’oro. Sempre ne Il pretroliere è presente un dialogo del film Lolita di Stanley Kubrick del 1962. Il personaggio di Paul Dano, Eli Sunday, sveglia Daniel Plainview nel cuore della notte gridando che la stanza sta andando a fuoco, un dialogo così simile al momento in cui Lolita (Sue Lyon) sveglia Humbert (James Mason).

Tramite differenze e similitudini dalla fonte citata si aggiunge una nuova lettura a quanto vediamo, un’interpretazione che può assumere significati potenzialmente diametralmente opposti come nel caso del brano di Richard Strauss, Also sprach Zarathustra, utilizzato da Stanley Kubrick nel 1968 in 2001: Odissea nello spazio e usato da Anderson per introdurre il personaggio misogino di Tom Cruse, Frank T.J. Mackey, sul palco nel film Magnolia del 1999. L’epopea cinematografica più importante del cinema viene sovvertita in umorismo, trasformata in parodia, poiché è attraverso la moltitudine di significati creati che egli ricerca un senso di autenticità, il desiderio di rendere reale una storia per gli spettatori facendo riferimento a immagini di un preciso periodo o all’immaginazione, creando così dei dialoghi tra film come in un gioco.

Magnolia è uno degli esempi più esplicativi della filmografia di Anderson proprio per questo motivo. Esso è caratterizzato dal continuo sguardo del regista verso quanto sta raccontando, il lungometraggio espone non solo la visione del suo autore sui personaggi, ma una riflessione interna su come tutti noi interpretiamo la nostra vita attraverso la mediazione televisiva e cinematografica.

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