Perfect Blue

Perfect Blue recensione film di Satoshi Kon

L’opera prima del leggendario Satoshi Kon al cinema in versione rimasterizzata e restaurata in 4k

Perfect Blue recensione film di Satoshi Kon in versione rimasterizzata e restaurata

di Silvia Ciccone

Perfect Blue di Satoshi Kon (Credits: Nexo Digital)
Perfect Blue di Satoshi Kon (Credits: Nexo Digital)

A quasi 30 anni dalla sua uscita in Giappone, Perfect Blue, opera prima del compianto regista Satoshi Kon, arriva per la prima volta al cinema in Italia in versione restaurata. Un evento unico per uno psycho-thriller davvero imperdibile.

Perfect Blue si apre in medias res: una rapida panoramica ci mostra uno spaccato di vita della città di Tokyo alla fine del millennio, come in una cartolina. Diventiamo parte della folla che sta per assistere a un concerto; siamo passanti che chiacchierano annoiati, otaku che smanettano sui loro computer, performers pronti a salire sul palco con la luce dei riflettori che accompagna i titoli di testa.

La storia raccontata nel film (tratto dal romanzo omonimo del ’91 di Yoshikazu Takeuchi) è semplice e, a ben vedere, già vista e sentita. Eppure Satoshi Kon è riuscito a creare qualcosa di rivoluzionario con il suo Blu Perfetto.

La protagonista è Mima Kirigoe, una giovane idol, membro delle Cham: un popolare trio di ragazze kawaii, giovani e innocenti, che conquistano il cuore dei propri fan con balletti e canzoni d’amore a tema j- pop. E se questo incipit fa subito intuire il marcio che si nasconde dietro quella patinata e spietata macchina da soldi che è il mondo delle idol nella cultura giapponese, la situazione precipita quando Mima decide di lasciare le Cham per intraprendere la carriera di attrice.

Il regista si serve del pretesto di un misterioso fan-stalker che minaccia e perseguita Mina, sentendosi tradito dal suo cambio vita, per far sprofondare lo spettatore in una progressiva, allucinante e dolorosa discesa all’inferno, sapientemente orchestrata.

Perfect Blue ha il pregio di prestarsi a più chiavi di lettura senza farsi portavoce di una verità assoluta. Immediata è la critica implicita nei confronti della società perbenista giapponese che nasconde nevrosi e impulsi dietro un rigido formalismo ma che poi stravede per le lolite poco più che adolescenti, iper sessualizzate, sottoposte a pressioni sociali feroci e a regimi alimentari impossibili.

Parallelamente, il film propone un’altra riflessione, quanto mai attuale per i nostri tempi, sul potere del web. Quando Perfect Blue uscì l’era di Internet era agli albori eppure il computer, quella scatola magica che incuriosisce e allo stesso tempo spaventa i personaggi della storia, già lasciava intravedere quel potenziale distruttivo che noi, oggi, conosciamo bene.

I fan di Mima vogliono sapere tutto di lei, della sua giornata, dei suoi pensieri più intimi. La ragazza è sotto un doppio sguardo costante, quello dell’obiettivo e quello di internet. È un feticcio di dominio pubblico, globale, tutti vogliono avere un pezzo di lei a costo di strapparglielo.

Mima è di tutti tranne che di sé stessa. Ed è proprio per questo che la sua identità si frammenta e comincia ad avere il terrore di non esistere. La crisi dell’Io ci collega al tema del doppio, sempre caro ai grandi autori, Hitchcock in primis, su cui si fonda il film.

Perfect Blue di Satoshi Kon (Credits: Nexo Digital)
Perfect Blue di Satoshi Kon (Credits: Nexo Digital)

Perfect Blue è il labirinto degli specchi nella casa dell’orrore di un parco divertimenti. La protagonista è perseguitata dal suo doppio che la accusa di essersi venduta e le dà la caccia per ucciderla, accusandola di non essere reale. Ma allo stesso tempo Mima è il suo doppio, e il doppio non è che l’altra parte dell’Io.

Man mano che l’io della protagonista si frammenta, lo spettatore si chiede chi sia davvero Mima; una idol pura e kawaii, un’attrice disposta a tutto per emergere o la ragazza della porta accanto, tutta casa e lavoro.

Ancora una volta sembra non esserci una risposta unica ed è questo il gioco del film: è tutto vero, è solo un sogno, è solo follia, io sono io, ma sono anche il doppelganger che vedo nel riflesso. Ed è proprio su questa doppiezza infinita che si genera il tormento ridondante; un tormento che si insinua nella mente dello spettatore, continuando a lavorare nell’inconscio.

Un film imperdibile, sotto tutti i punti di vista, che ti lascia lì a domandarti per quale motivo tu non lo abbia visto prima.

Perfect Blue di Satoshi Kon (Credits: Nexo Digital)
Perfect Blue di Satoshi Kon (Credits: Nexo Digital)

Sintesi

Partendo dalla storia di una Idol fagocitata dal mondo dello spettacolo, Satoshi Kon confeziona uno psycho thriller claustrofobico, angosciante, terrificante. Verità e finzione, allucinazione e follia si intrecciano in questo piccolo capolavoro di animazione. Perfect Blue è una doccia fredda; un film da riscoprire, da portarsi dentro.

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