Perfect Days

Perfect Days recensione film di Wim Wenders con Koji Yakusho [Anteprima]

Wim Wenders ritorna con un film delicato, profondo e semplice.

Perfect Days recensione film di Wim Wenders con Koji Yakusho e Tokio Emoto [Anteprima]

 

Mostrare la quotidianità e la vita reale attraverso la narrazione per immagini non è affatto facile. Uno dei pochi che riesce a farlo è Wim Wenders.

Con Perfect Days, il regista tedesco riesce a fare l’impossibile, rendendo poetico e interessante il susseguirsi dei giorni di un uomo che pulisce i bagni pubblici di Tokyo.

La regia è pulita, semplice e non abbandona mai il protagonista, interpretato magistralmente da Koji Yakusho. Ruolo che gli è valso il premio come migliore attore a Cannes.

Hirayama è un uomo che vive in solitudine, in un piccolo appartamento che tratta con cura, seguendo una routine rigida. Impiega la stessa dedizione a pulire i bagni pubblici e lo fa con un amore tale da ammaliare il pubblico. Hirayama guarda sempre in alto e ammira ciò che gli capita ricambiando con un meraviglioso sorriso.

“Prendila come viene” veniva detto ne Il grande Lebowski.

Wim Wenders racconta la storia di un uomo che fa il possibile per ritrovare quello sguardo fanciullesco che inevitabilmente si perde con l’avanzare dell’età. Tutti gli attimi contano: ogni bicchiere d’acqua bevuto, ogni bagno dopo una lunga giornata di lavoro, ogni sera che si osserva il cielo cambiare colore.

Nella vita capita di far passare questi momenti, di farli scorrere e dimenticarli, quasi come un post sui social media. Invece il regista ci porta a guardare con ammirazione cose all’apparenza banali e che diamo per scontato.

C’è tanto spessore nelle singole inquadrature e nei pochissimi dialoghi. Il film, per buona parte muto, lascia parlare le immagini. Ricorda la coraggiosa scelta di Wall-E dove la prima parte era sorretta solo da immagini, i dialoghi entravano in scena solo in seconda battuta.

Molti personaggi si susseguono nel corso del film, alcuni partono solo per fare ritorno in seguito; osservare l’approccio del protagonista di fronte a questi eventi è un’esperienza gratificante. Certo, questo non è un film adatto a tutti e, senza cognizione del genere cinematografico e del regista, ci si potrebbe trovare spiazzati o addirittura annoiati.

Ma Wenders cerca di non stancare, anzi fa in modo di tenere alta l’attenzione non solo con le immagini ma anche con un’ottima colonna sonora ben contestualizzata a livello narrativo.

Il montaggio è serrato nel mostrare la quotidianità del protagonista e non risulta mai monotono, anche quando si concentra su elementi ordinari. Si prende i suoi tempi ma non mostra mai cose inutili, non perdendosi in fronzoli inutili e auto compiaciuti.

Perfect Days di Wim Wenders (Credits: Lucky Red)
Perfect Days di Wim Wenders (Credits: Lucky Red)

Il tema centrale del film fa venire in mente Captain Fantastic con Viggo Mortensen, dove la scelta presa dal protagonista era decisamente più estrema e difficile da compiere per qualcuno che vive nella società di oggi.

Hirayama torna alle origini, ma non recrimina nessuno per il proprio modo di vivere. Anzi, accoglie tutto con benevolenza. È interessante il rapporto che viene mostrato con il giovane collega molto più materialista di lui o con la giovane nipote. Viene accennato il suo background con pochissimi elementi ma più che soddisfacenti per comprenderlo.

Perfect Days è un film che qualunque aspirante narratore o regista dovrebbe vedere prendendo appunti. Il maestro Wenders mostra come si racconta una storia con semplicità e riducendo all’osso i dialoghi.

Sintesi

Un film delicato, profondo e semplice. Perfect Days è il racconto di uomo che cerca lo sguardo fanciullesco in una Tokyo metropolitana. Autentica narrazione visiva in un panorama cinematografico sempre più incline alla verbosità e colmo di voci autocelebrative.

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