Pleasure recensione film di Ninja Thyberg con Sofia Kappel, Revika Anne Reustle, Evelyn Claire, Chris Cock, Dana DeArmond, Kendra Spade e Jason Toler
In un incrocio tra la crudità visiva di Nymphomaniac e la violenza psicologica di The Neon Demon, dal nord Europa arriva l’interessantissimo debutto di Ninja Thyberg con Pleasure. Distribuito fugacemente in sala al Biografilm di Bologna (dove attualmente è in corso il bellissimo festival de Il Cinema Ritrovato) e in esclusiva SVOD su MUBI, piattaforma di streaming inglese che si conferma sempre più lido felice per un cinema indipendente che altrimenti rimarrebbe nascosto.
Linnèa (Sofia Kappel) ha un obiettivo: diventare famosa nel mondo del porno. Per farlo si trasferisce appena maggiorenne dalla Svezia alle luci dei set di Los Angeles. Cambia nome e diventa Bella Cherry per iniziare a navigare nello sporco mondo dell’industria della Hollywood alternativa. Un mondo dove a prima vista la figura femminile è quella dominante e dove, al contrario del cinema mainstream, le attrici vengono pagate di più delle controparti maschili, ma che in realtà nasconde un’industria prettamente controllata e gestita da uomini.
Trattamenti violenti, umilianti ed abusi: tutto questo le attrici devono subire solo per poter farsi strada tra i set del porno. Bella Cherry si ritrova quindi a dover fare i conti sulla propria pelle della realtà, nel tentativo di inseguire un sogno con molte più ombre di quelle che poteva aspettarsi. Chi non è pronto ad accettare questo status quo viene rigettato dall’industria stessa, ostracizzato e marginalizzato. Fin dove ci si è disposti a spingere per poter inseguire la propria ambizione?
Ninja Thyberg sfrutta sapientemente un ambiente così estremizzato per raccontare dinamiche e problemi, purtroppo, universali senza aver paura di osare. Pleasure non deve essere visto solo come una critica del mondo dell’hard, ma più come una semplice metafora della società.
La regista mette in scena una storia che si concentra sulle relazioni umane e pone al centro di essa Bella Cherry. Tra carnefici e vittime, anche i più semplici valori umani come l’amicizia diventano incredibilmente labili. Il tema del porno diviene veicolo per spingere le inquadrature sull’esaltazione fisica del corpo, simbolo visivo della violenza psicologica e fisica che le attrici devono subire. Non tutto però è ombre e oscurità e nel film ci sono piccoli momenti che raccontano la possibilità di una strada più pulita e rispettosa, che rimette giustamente il ruolo femminile al centro.
Da menzionare anche il cast, guidato dalla giovanissima e talentuosissima Sofia Kappel (nel ruolo di Linnèa/Bella Cherry) che si ritrova a lavorare con veri attori hard. La giovane attrice svedese riesce con pochi sguardi a raccontare tutta la storia psicologica di un personaggio complesso e molto sfaccettato. Tra agenti incapaci e devoti al semplice profitto, attrici e attori pronti a tutto per poter raggiungere fama e soprattutto soldi, le figure positive sono rare.
Allontanandosi e non raggiungendo la potenza visiva, decadente e al tempo stesso romantica di Boogie Nights, Ninja Thyberg sceglie la strada del realismo più puro. Inquadrature che lasciano ben poco spazio all’immaginazione, che vogliono colpire lo spettatore per schiettezza nel ciò che la storia vuol raccontare, riprendendo lo stile crudo di Nymphomaniac. Infrange completamente il tabù del porno su schermo, pur non arrivando alla perfezione maniacale della regia di Lars von Trier. La regista svedese, però, passati i primi minuti del film, inizia lentamente ad allontanarsi da subito dall’ostentazione delle nudità gratuite per concentrarsi sempre di più sull’aspetto psicologico e reattivo che l’ambiente a luci rosse provoca su Bella.
Il punto di vista sulla giovane attrice è, giustamente, il fulcro dell’opera. Thyberg senza strafare segue con estrema semplicità questa giusta strada. Movimenti di camera a spalla che mescolano autorialità e ricerca di amatorialità, per ricollegarsi anche registicamente al mondo in cui la storia è ambientata. Si potrebbe obiettare che lungo il cammino si perda di ritmo, ma il messaggio che vuol trasmettere la pellicola passa con estrema naturalezza e facilità. Difficile poter chiedere di meglio. Una bellissimo debutto, che apre la discussione su un mondo nascosto ma con problemi purtroppo comuni.