Pour la France recensione film di Rachid Hami con Hugo Becker, Lubna Azabal, Laurent Lafitte, Vivian Sung, Slimane Dazi, Karim Leklou e Samir Guesmi
Quarto lungometraggio di Rachid Hami, Pour la France è la rappresentazione cinematografica di un tragico lutto familiare del giovane regista algerino, sbarcato a Venezia 79 in concorso per la sezione Orizzonti. Bastano poche inquadrature per farci immediatamente scaturire una doverosa riflessione: in Francia, persino il film di un giovane regista, con un budget relativamente risicato, riesce con sorprendente facilità a far impallidire, sul fronte tecnico e interpretativo, gran parte dell’odierna filmografia nostrana.
Una volta terminata questa fugace e amara considerazione ci siamo trovati davanti ad un vero e proprio dramma: Aïssa Saïdi – un giovane militare dell’esercito francese – è vittima di un episodio di nonnismo all’interno dell’accademia militare di Saint-Cyr e, fratello e familiari, tenteranno di comprenderne la morte ed elaborarne il lutto.
Accantonata la componente prettamente formale, che non conosce né particolari difetti né sorprendenti eccellenze, soffermiamoci sulla costruzione narrativa e drammaturgica della vicenda, su cui abbiamo maturato più di una perplessità. Pur non conoscendo la versione originale dei fatti narrati, l’impressione è che, paradossalmente, il film sia fin troppo aderente ai ritmi di un avvenimento reale, risultando alle volte eccessivamente dilatato e spoglio di particolari evoluzioni narrative.
Ambientato in pochi giorni, la pellicola si avvale di numerosi flashback per definire il rapporto tra i due fratelli, che fungerà da poderosa spina dorsale della vicenda. A lasciare l’amaro in bocca, oltre ai ritmi eccessivamente blandi, è la scarsa quantità di minuti riservatati alla tematica più interessante della vicenda, che, oltretutto, da anche il titolo all’opera: l’affascinante contraddizione che caratterizza il fervente patriottismo di Aïssa è appena accennata, a differenza delle prevedibili dinamiche familiari che non eccellono per originalità.
Pour la France è un film che, a prescindere dalle ottime interpretazioni e da un comparto tecnico coerente e corretto, ci dimenticheremo fin troppo in fretta ma, grazie al quale, abbiamo potuto riflettere su quanto sia complicato per un autore narrare una storia realmente accaduta, piegandola alle esigenti regole del racconto cinematografico.