Povere creature! – Poor Things recensione film di Yorgos Lanthimos con Emma Stone, Mark Ruffalo, Willem Dafoe, Ramy Youssef e Jerrod Carmichael
Yorgos Lanthimos è da diversi anni entrato nell’olimpo dei registi più apprezzati di sempre da una certa parte della cinefilia, quella più strettamente giovanile. Ogni volta che esce un suo film o viene semplicemente annunciato, migliaia di appassionati di cinema iniziano ad informarsi su quali argomenti tratterà il suo nuovo progetto cinematografico. Un’attesa spasmodica pari alla scoperta di un nuovo fenomeno cinematografico.
Nonostante ciò un’altra fetta importante di pubblico (ad eccezione di un film come Dogtooth, ormai diventato per moltissimi un cult assoluto), non riesce a tollerare il regista greco per via di uno stile parecchio fuori dagli schemi. Non è un caso che Lanthimos spesso venga messo all’interno di un calderone di registi amati e allo stesso tempo odiati, che comprende ad esempio registi del calibro di Lars Von Trier, Ulrich Seidl e Harmony Korine. Insomma filmmaker con visioni di cinema non facilmente accessibili e che portano lo spettatore a confrontarsi con le paure recondite nell’essere umano.
Povere creature! (in originale Poor Things) racchiude meglio di altri suoi lungometraggi i concetti chiave del suo modo di fare cinema: personaggi schizofrenici, mondi realistici che sconfinano però nella più assoluta fantascienza (come del resto è il caso di questo suo nuovo lavoro) e un profondo odio verso una società ottusa.
Non stupisce dunque vedere come protagonisti un dottore e professore fuori di testa (e con qualche cicatrice sul corpo) e un pinocchio al femminile che si deve confrontare con il marcio mondo esterno.
Questi personaggi per l’appunto emarginati dalla società (ad intrepretarli magistralmente sono Willem Dafoe e Emma Stone), sono in un certo senso un modo per Yorgos Lanthimos, più incisivo di altre volte, per rigettare tutto il suo disprezzo nei confronti di una società che non accetta il diverso e mal tollera chi va contro le convenzioni sociali (tematica spesso rimarcata all’interno del lungometraggio).
Il diverso fa ribrezzo e per questo non riesce a comprendere come mai svolga delle professioni lavorative di successo (come è il caso di Godwin Baxter, un dottore più simile ad un mutante degli X-Men che ad un essere umano vero e proprio), tanto da creare invidie e antipatie nei confronti di questi esseri “anomali”.
Povere creature! però non è da etichettare come una fiaba nera, ma più come una storia ambientata in un passato tumultuoso che si fonde con un futuro incerto. Ormai la fine del mondo sembra prossima e nessuno può fermare la follia dell’essere umano. Cercare di controllare le creature, di respingerle, non ha fatto altro che creare dei danni irreversibili.
“La bestia” non ci deve far paura, anzi deve essere accettata e soprattutto capita poiché alla fine dei conti non esiste un diverso che mette soggezione solo attraverso lo sguardo. Tutti noi siamo diversi e con una nostra propria personalità.
Povere creature! è un film folle e pieno di sfumature, che sa intrattenere e divertire nei giusti momenti (Emma Stone è davvero uno spasso, tra le migliori interpretazioni della sua carriera). Un lungometraggio che per il tema trattato e per i personaggi messi in scena può ricordare uno dei film più iconici di David Lynch, ovvero The Elephant Man.
Il nuovo strepitoso film del regista di The Lobster e de Il sacrificio del cervo sacro è un condensato di sesso sfrenato, giovani alla ricerca di una propria identità e un mondo tra il bianco e nero ed il colore. Come a significare che prima c’è il buio, poi la luce nella vita di tutti i personaggi coinvolti.
Yorgos Lanthimos con Povere creature! firma il suo film più riuscito in ogni singolo reparto (il comparto tecnico surclassa tutti gli altri, seppur di per sé ottimi), con attori in stato di grazia e un epilogo davvero esilarante.
Perché si, il film di Lanthimos fa sia ridere (oseremmo dire moltissimo) sia riflettere con un’intelligenza e una sagacia, non nuove, ma comunque di grande interesse.