Promises recensione film di Amanda Sthers con Pierfrancesco Favino, Kelly Reilly, Jean Reno, Cara Theobold, Kris Marshall e Deepak Verma
La parola “promessa” rappresenta qualcosa di forte, che dura nel tempo e non si infrange per nulla al mondo. Almeno, l’idealizzazione del termine prefigura una simile visione quando, ad esempio, giuriamo amore eterno ad una persona e le assicuriamo che ci saremo sempre nel momento del bisogno. La realtà però può essere ben diversa, e le “promesse” – Promises – si tramutano in una dolorosa bugia o, peggio, in una totale sconfitta personale.
Promises è l’adattamento cinematografico del libro Les Promesses di Amanda Sthers, che nel film cura la regia e la sceneggiatura. Le vicende ruotano attorno alla travagliata vita di Alexander (Pierfrancesco Favino), tra traumi adolescenziali e relazioni impossibili come quella con Laura (Kelly Reilly), gallerista d’arte e donna affascinante in procinto di sposarsi. Attraverso flashback e flashforward veniamo resi partecipi di tutte le “promesse” che il protagonista ha visto sfumare nel corso della sua vita, con un racconto in cui gli eventi sono disordinati e vanno riordinati come in un puzzle.
L’intreccio di tutta la pellicola risulta così molto frammentato, in cui la narrazione sembra arrestarsi rendendone poco chiaro lo sviluppo. Sebbene le vicende raccontate risultino gradevoli sia nel ritmo delle battute che nella messa in scena, in molti momenti la storia appare disorganizzata presentandosi come veri e propri “squarci di vita”, a scapito dello sviluppo che perde coesione con il rischio di perdere anche lo spettatore. Promises si regge soprattutto grazie alle interpretazioni del cast principale, in particolare Favino che dà prova delle sue ottime capacità recitative anche in un progetto di respiro internazionale.
Amanda Sthers con quest’opera cerca di trasmettere la vacuità insita nella parola Promesse che dà proprio il titolo al film. Il dramma di Alexander rappresenta quello di un uomo caduto vittima dei suoi stessi desideri e prospettive, una parabola inesorabile su come le promesse siano talmente fragili che quando si infrangono si sparpagliano in mille pezzi e sembrano impossibili da aggiustare. Un tema molto dinamico che, alla fine, si impantana in una storia un po’ troppo disorganizzata nel suo complesso.