Relazione pericolosa recensione film di Peter Sullivan con Nia Long, Omar Epps, Stephen Bishop, Aubrey Cleland, Maya Stojan e Kj Smith
Ellie Warren (Nia Long), un avvocato di San Francisco, e suo marito Marcus (Stephen Bishop) acquistano una bellissima casa sulla spiaggia e sperano di ritrovare la passione perduta dopo tanti anni di matrimonio.
Tutto sembra andare a gonfie vele sino a quando Ellie incontra “casualmente” l’ex compagno di college David Hammond (Omar Epps). Con lui passa una piacevole serata in discoteca, ma presto si rivelerà uno stalker pericoloso e instabile. David è una persona tossica che spaventerà Ellie e la sua famiglia, facendole in seguito riapprezzare quella routine matrimoniale che aveva guardato con disprezzo.
L’originalità non deve essere una condizione necessaria per realizzare un film interessante. Se non ti concentri troppo sul “cosa”, puoi sempre rivolgerti al “come” e mostrare qualcosa di diverso. Sfortunatamente, non è questo il caso. Relazione pericolosa – uscito direttamente in streaming e disponibile su Netlix – è una storia senza pathos, con una sfrontata fattura da banale telenovela.
In Relazione pericolosa tutto sembra essere girato in modo sciatto, limitando l’audacia del regista a un paio di trucchi da principiante senza mai abbandonare la convenzionalità di una sceneggiatura insulsa e prevedibile. Gioca a favore della storia la brevità del film, che raggiunge a malapena la durata di un’ora e mezza. La noia, quindi, non si dilunga eccessivamente anche se nella parte finale – senza però risultati di rilievo – sembra volersi scuotere dal torpore.
Nessun personaggio ha un’espressività degna di nota o, se non altro, offre una sfumatura vivace, ma non possono essere incolpati gli interpreti per ruoli affatto originali. Troviamo qui tutti i cliché possibili: la moglie annoiata e insoddisfatta, lo psicopatico che sembra carino fino a quando non mostra il suo vero volto, la famiglia che si ricompatta per affrontare l’imminente pericolo di un pazzo.
Relazione pericolosa è un thriller che non disturba, un dramma che non colpisce, una raccolta di luoghi comuni rappresentati senza troppa grazia.
Scommettendo su un thriller economico, Netflix propone un prodotto di media (bassa) categoria, senza coinvolgimento e ispirazione, che può interessare soltanto gli irriducibili fan di personaggi psicopatici. Anche se gli abbonati al servizio di streaming accettano di consumare film di dubbia qualità, ciò non significa che debbano essere prodotti per forza. Con le risorse dell’azienda e con tante menti creative disponibili sul mercato, opere come questa risultano inspiegabili.