Revealing Ukraine recensione del documentario diretto da Igor Lopatonok e prodotto da Oliver Stone, con Viktor Medvedchuk, Oksana Marchenko, Vladimir Putin, Lee Stranahan e Ivan Kachanovski
“Il nostro scopo è fermare la guerra in Ucraina non siamo pro o contro Vladimir Putin.
Vogliamo raccontare la verità.” (Oliver Stone)
Oliver Stone spiega così il suo impegno a fianco del regista Igor Lopatonok nella realizzazione e promozione di Revealing Ukraine, un documentario teso e concitato che ricostruisce le tappe della crisi del paese est europeo, dalle proteste popolari che hanno portato a traumatici cambi di governo, alla guerra civile nella regione del Donbass, all’occupazione della Crimea da parte delle truppe della Federazione Russa.
Il film, evento speciale alla 65a edizione del Taormina Film Fest, è stato proposto in una proiezione gratuita per esplicita volontà del regista più volte premio Oscar, in nome di un’idea di cinema come mezzo di informazione, per allargare gli orizzonti degli spettatori e svolgere un’attività di supplenza rispetto ai media dedicati alle news.
Le vicende storiche narrate sono note. Il presidente Viktor Janukovyč, eletto nel 2010 e vicino notoriamente alle posizioni di Mosca, nel corso del 2013 sospese l’accordo di associazione fra Ucraina e Unione Europea provocando forti manifestazioni di protesta filo UE, specialmente nella parte occidentale del paese, legata storicamente all’Europa centrale piuttosto che alla Russia. Le proteste nel gennaio del 2014 sfociarono in feroci scontri armati con morti e feriti, culminati nel febbraio dello stesso anno, con vere e proprie stragi di civili in seguito a cui Janukovyč è stato costretto ad abbandonare il paese.
Quella che è passata alla storia come rivolta del Maidan, nella quale hanno avuto un notevole ruolo formazioni di estrema destra, eredi dell’area politica che durante la seconda guerra mondiale aveva collaborato con gli invasori tedeschi, ha portato a un repentino cambio di fronte con l’elezione – a metà 2014 – del magnate Petro Porošenko, che si è affrettato a riconfermare il controverso accordo bocciato da Janukovyč scatenando una reazione uguale e contraria nella parte orientale dell’Ucraina, dove lingua e cultura russe sono maggioritarie. A seguito di questi eventi si è scatenata una feroce guerra civile nelle regioni del Donbass, ricche di risorse minerarie, mentre la Crimea, storico sbocco sul Mar Nero e sul Mediterraneo per le marinerie russe è stata occupata da truppe del Cremlino e annessa alla Federazione Russa.
Revealing Ukraine racconta tutto questo inframmezzando immagini di repertorio, alcune assai crude, con brani di lunghe interviste curate da Oliver Stone al presidente russo Vladimir Putin e a Viktor Medvedchuk, che è leader di organizzazioni filo russe della società civile come Ukrainian Choice e oggi del partito For Life, arrivato secondo alle ultime elezioni parlamentari. Medvedchuk è praticamente la voce narrante del documentario.
La scelta di campo operata da Oliver Stone e Igor Lopatonok è dunque netta e decisa, come d’abitudine per il cineasta newyorkese, ma alcuni passaggi, come l’immagine caricaturale del finanziere ungherese George Soros – degna della sitografia complottista piuttosto che del lavoro di un serio documentarista – o le battute di Putin sulla situazione in Donbass, lasciano francamente perplessi. Il regista Lopatonok ha però assicurato che intende fare di Revealing Ukraine un’opera aperta, pronta ad essere modificata per seguire tutti i futuri sviluppi della crisi del paese, mettendo al centro del suo lavoro la ricerca della verità e l’impegno per la pace.
Tonino Cafeo