Rosa recensione del film di Katja Colja con Lunetta Savino, Boris Cavazza, Anita Kravos e Simonetta Solder
Avete presente quando sentite la frase “Quando avrai dei figli allora capirai”? Cosa succede quando, poi, ciò accade?
Lunetta Savino con la sua Rosa scritta e diretta da Katja Colja ci mostra il lato disperato e smarrito di una madre che ha perso una delle sue figlie, Maja. E’ accompagnata nel dolore dal marito Igor, Boris Scavazza, il quale però non riesce a sopportare il dolore della donna che passa le giornate alla tomba di famiglia, dove anche il suo nome è pronto ad avere la seconda data. La accusa di vivere tra i fantasmi e che vuole vendere la casa ma in realtà anche lui prova gli stessi sentimenti, il problema è che non parlano, se lo fanno litigano e si incolpano reciprocamente.
Igor sta ristrutturando la barca che Maja adorava e che l’ha vista per l’ultima volta a largo, da dove la giovane non è più tornata. Ella riesce comunque ad aiutare la madre a riprendersi anche da così tanto lontano, lasciando dietro di sé sprazzi della sua vita che Rosa non ancora conosce.
Rosa affronta un viaggio alla ricerca della verità che la porta a conoscere la ragazza che Maja frequentava, Lena (Simonetta Solder), parrucchiera con un circolo per sole donne alla scoperta dei propri corpi e del piacere sessuale femminile. Grazie al suo aiuto Rosa inizierà ad aprirsi e a parlare della figlia, trovare un posto spensierato, cambiare taglio di capelli, uscire da quel cimitero, riavvicinarsi al marito che ritrova un pizzico di gelosia per il suo amore, e soprattutto, a soddisfare da sola qualche desiderio per sentirsi meglio.
Scritto da Elisa Amoruso, Katja Colja e Tania Pedroni ed interpretato da una bravissima Lunetta Savino, Rosa è una storia malinconica e introspettiva narrata attraverso sguardi allo specchio e porte socchiuse, tormentato percorso per ritrovarsi e ritrovare la voglia di andare avanti.
Sara