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Le opere e i giorni della polizia di Roubaix. Per una volta citata, senza venire associata alla classica di ciclismo e orfana del binomio con Parigi. Cui l’antica città operaia ruba anche l’epiteto, nel film di Arnaud Desplechin in concorso a Cannes.
Roubaix, Une Lumiere sapora di cinema francese, di genere. Noir poliziesco (leggi in crasi: polar) che in mano a Desplechin ha un surplus di umanità e un minus di azione.
ROUBAIX, UNE LUMIERE: RECENSIONE PODCAST
Dura la vita al commissariato. Dura la vita in città e dintorni. La prima parte incrocia tanti fatti e fatterelli. La seconda si concentra su un fattaccio: l’omicidio di un’anziana signora.
Tutto già visto (ricorda troppo Polisse di Maiwenn, che a Cannes vinse il Premio della Giuria ma Desplechin, come sempre (lo splendido Racconto di Natale), sa dirigere la sua orchestra.
Il cast è pazzesco e prenota riconoscimenti. Sara Forestier, infelice e tormentata, elemosina pietà a ogni battito di ciglia.
Federico