Se mi vuoi bene recensione del film di Fausto Brizzi con Claudio Bisio, Sergio Rubini, Dino Abbrescia, Lorena Cacciatore, Valeria Fabrizi, Flavio Insinna, Susy Laude, Maria Amelia Monti, Lucia Ocone e Gian Marco Tognazzi
Se mi vuoi bene di Fausto Brizzi è una dramedy o comédie dramatique con protagonista Claudio Bisio, genere molto poco esplorato dalle opere di autori italiani degli ultimi tempi.
Diego (Claudio Bisio) è un uomo profondamente depresso da due anni, ormai giunto al culmine della sua sofferenza. Dopo lunghi periodi di dolore e menefreghismo da parte delle persone che ritiene vicine, decide perfino di tentare il suicidio, però fallendo. Ormai disorientato ed incapace di ritrovare ordine e stabilità, incontra per caso Massimiliano (Sergio Rubini), uomo misterioso e saggio che possiede un negozio di “chiacchiere” (quelle astratte, cibo per la nostra mente). Giunto in un luogo così nuovo ed inaspettato, Diego giunge ad una conclusione: il suo scopo, da ora in poi, deve essere rendere felice i suoi cari. Missione più facile a dirsi che a farsi.
Fausto Brizzi porta in italia un genere poco presente sullo schermo, almeno recentemente. Se mi vuoi bene si muove egregiamente tra commedia e dramma, mantenendo un equo numero di elementi sia da una parte sia dall’altra. La sceneggiatura appare da subito promettente, ma c’è anche da sottolineare che si basa sul romanzo del regista (di cui però è stata esclusa una prima metà). Per cui il soggetto è stato già ben inquadrato in precedenza, durane la stesura del romanzo, aiuto non poco rilevante per la scrittura di una sceneggiatura funzionante. La pellicola comincia con un discorso del protagonista, Diego, che spiega la sua difficile situazione, rompendo la quarta parete che divide il contesto filmico da quello del pubblico. Difatti il protagonista parla e discorre sulla sua vita direttamente con chi lo sta osservando, evento che capiterà più di una volta lungo la narrazione.
Il film viene definito da tutto il cast come una “commedia di garbo”, che affronta temi cari a molti, difficili da toccare senza cadere nel totale dramma. Se mi vuoi bene cerca di indicare una via di risalita, di uscita dall’oscurità in cui tutti potremmo imbatterci, ma senza fare della retorica stucchevole. Riesce ad essere toccante ma non tanto da rattristare del tutto chi osserva. Mantiene costante l’attenzione del pubblico e riesce a strappare più di qualche risata, più di molte delle ultime pellicole targate come “commedie”.
La conferenza ha rivelato un forte legame tra i componenti del cast che sembrano aver sviluppato un ottimo feeling, capace di rispecchiarsi perfettamente su pellicola. Se Claudio Bisio sembra in qualche modo legato al personaggio sofferente di Diego, Sergio Rubini invece non ha alcun timore nell’affermare di essere completamente diverso dal suo personaggio Massimiliano, colui che diventa il più caro amico del protagonista. Mentre Massimiliano è un uomo saggio, capace di dare consigli a chiunque, definito anche come “Maestro”, Rubini afferma di essere tutto l’opposto. Si descrive come un uomo nevrotico ed insicuro, incapace di consigliare anima viva.
Se mi vuoi bene riesce ad unirsi alla vetta di migliori commedie italiane dell’ultimo periodo, vetta che purtroppo, soprattutto negli ultimi anni, sembra racchiudere sempre meno titoli. Si spera che il tentativo di Brizzi, di portare qualcosa di un po’ più azzardato e “delicato”, riesca a dare il via a nuovi orizzonti cinematografici per le commedie nostrane, in parte un po’ stagnanti.
Valentina