Secret Invasion recensione Episodi 1 e 2 serie TV diretta da Ali Selim con Samuel L. Jackson, Ben Mendelsohn, Cobie Smulders, Martin Freeman, Kingsley Ben-Adir, Emilia Clarke, Olivia Colman e Don Cheadle
La Fase 5 del MCU si arricchisce con Secret Invasion, miniserie targata Marvel Studios e disponibile su Disney+. Dopo The Falcon & The Winter Soldier, il mondo Marvel ritorna al genere spy thriller, regalandoci un prodotto seriale in sei episodi, dal minutaggio piuttosto esteso (gli episodi 1 e 2, che abbiamo visto in anteprima, superano i 50 minuti). Una scelta necessaria a settare il campo per la trasposizione di una delle run più amate dei fan di casa Marvel.
In Secret Invasion, Nick Fury (Samuel L. Jackson), dopo gli eventi di Captain Marvel, è bruscamente richiamato sulla Terra e costretto ad interrompere una missione di importanza planetaria per contrastare la ribellione del popolo Skrull.
Grazie alla loro natura di mutaforma, gli Skrull hanno assunto sembianze umane e vivono mescolandosi tra gli umani in attesa di trovare una nuova casa. Tuttavia Gravik (Kingsley Ben-Adir), Skrull ribelle e deluso dall’inadempienza della promessa di Fury, decide di prendere in mano la situazione e fondare un esercito di rifugiati che non si fermerà davanti a nulla pur di ottenere ciò che da sempre desiderano: un luogo da chiamare casa.
Secret Invasion, l’MCU recupera il tono spy thriller per una miniserie che promette di essere avvincente
Ritorna in Secret Invasion il tema dei rifugiati: mentre in The Falcon & The Winter Soldier gli umani dovevano ritrovare il proprio posto nel mondo dopo il Blip, qui troviamo gli alieni a cui Nick Fury ha promesso aiuto e speranza. Talos (Ben Mendelsohn) continua ad aver fede nel suo amico di vecchia data, mentre le nuove generazioni, tra cui sua figlia G’iah (Emilia Clarke) hanno deciso che è finito il tempo dell’attesa ed è necessario lottare.
In questa delicata situazione si muovono anche le schiere dei politici: dalla spietata ambasciatrice del Regno Unito Sonya Falsworth (Olivia Colman), a Rhodey (Don Cheadle), personaggio schierato e rappresentante del governo statunitense.
Nel mezzo, troviamo un Nick Fury stanco e apparentemente fuori forma, interpretato in maniera magistrale da Samuel L. Jackson, che si è ormai identificato completamente con il personaggio. L’avevamo lasciato polverizzato dal Blip e successivamente impegnato a creare nello spazio un programma di sorveglianza dalle minacce aliene, ma persino in una situazione così tragica, la spia sembrava essere sempre un passo avanti a tutti.
Il mondo è cambiato e anche Nick Fury non è più lo stesso…
Fury ora si mostra più umano che mai: vulnerabile, solitario e fragile. Ha perso alleati di grande valore, la sua credibilità è ai minimi storici e persino l’età si riflette chiaramente sul suo volto.
Il suo animo disilluso, cupo e oscuro rispecchia perfettamente il clima generale dei primi due episodi ambientati nella gelida e grigia Russia. Si prepara la strada a una nuova guerra, sicuramente di natura politica e che, probabilmente, troverà un passaggio fondamentale in Captain America: A Brave New World.
Creata da Kyle Bradstreet, la miniserie riprende i toni tetri e violenti del genere spy thriller, alternando sequenze d’azione (non sempre riuscitissime) a oscuri incontri top secret tra le potenze mondiali, talvolta ripetitivi.
Il mondo è cambiato, gli Avengers non esistono più e di fronte alla presenza di un popolo alieno, sebbene in larga parte pacifico, gli umani reagiscono nell’unico modo possibile, combattendo. Vengono mostrate anche le difficoltà a cui vanno incontro gli Skrull inseguendo il desiderio di creare una dimora sicura in cui “vivere nella propria pelle”, senza doversi nascondere.
Tuttavia, per il momento, la tematica rifugiati/immigrati, così come la scelta di ambientare gli eventi in Russia, facendo riferimento alle tensioni attuali, restano spunti e si spera che vengano approfonditi maggiormente nei successivi episodi.
Per scoprire se davvero Secret Invasion riuscirà a dimostrare di saper giocare con il genere spy creando una storia avvincente e in grado di reggere il giro di boa degli episodi centrali, dovremo aspettare la conclusione…
