Silent Night Il Silenzio della Vendetta recensione film di John Woo con Joel Kinnaman, Catalina Sandino Moreno, Scott Mescudi e Harold Torres
Se fino a quindici anni fa girare un anonimo film commerciale, senza la benché minima volontà di fornire una nuova interpretazione di un genere, poteva rappresentare qualcosa di perfettamente sostenibile, oggigiorno, al contrario, un regista dovrebbe pensarci due volte prima di mettersi a lavoro su un prodotto tragicamente anacronistico.
È questo il caso di Silent Night? Semplicemente… Si.
Diretto da John Woo, Silent Night – Il silenzio della vendetta è un action movie che più classico non si può, in cui viene rappresentato un percorso di massacri su larga scala, perpetrati da un uomo in cerca di vendetta.
Già soltanto questa descrizione regalerebbe una fastidiosa sensazione di déjà vu. Ecco, è altamente probabile che questa sensazione vi accompagnerà probabilmente per l’intera durata del lungometraggio.
Godluck (Joel Kinnaman), addolorato per la tragica perdita del giovane figlio, decide di vendicarlo, pianificando di eliminare i responsabili. Durante il tentativo di catturare gli assassini, l’uomo rimane ferito e perde la capacità di parlare. Nonostante la muta sofferenza, si inoltra nei territori criminali determinato a portare a termine la sua vendetta silenziosa.
Sfortunatamente, anche se dovessimo effettuare una disamina del film senza considerare i precedenti del genere e la conseguente dubbia originalità della storia, saremmo comunque costretti ad evidenziare gli innumerevoli problemi che affliggono questo sfortunato progetto.
Tralasciando la scarsa qualità della scrittura dei personaggi principali, è nel vero e proprio cuore profilmico della produzione che emergono le perplessità più rilevanti. Difatti, l’inflazionato cliché dell’uomo comune che si trasforma in un soldato implacabile soltanto grazie alla forza del suo dolore risulta francamente stucchevole, in questo periodo storico.
Se si considera poi la messa in scena a tratti grottesca, ottenuta mediante alcune soluzioni al limite del fantascientifico, ecco che un film piuttosto scarno dal lato emotivo fallisce miseramente anche sul versante action.
I deludenti risultati al botteghino, almeno stavolta, non mentono: se nella maggior parte dei casi la quantità di biglietti venduti non trova alcun legame con l’effettiva qualità del lungometraggio, nel caso di un film come Silent Night, al contrario, parte della riuscita del progetto sembra dipendere dall’indice di apprezzamento del pubblico, visto l’intento palesemente commerciale.