Sir Gawain e il Cavaliere Verde

Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione film di David Lowery con Dev Patel e Alicia Vikander [Amazon Prime Video]

Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione film di David Lowery con Dev Patel, Alicia Vikander, Joel Edgerton, Sarita Choudhury e Sean Harris

Look, see a world that holds more wonders than any since the Earth was born. And of all who reigned o’er, none had renown like the boy who pulled sword from stone. But this is not that king… nor is this his song.
(Sir Gawain e il Cavaliere Verde)

Gawain (Dev Patel), figlio della sorella di re Artù, è un giovane scapestrato che all’avventura preferisce la compagnia di una prostituta di nome Essel (Alicia Vikander), della quale è innamorato. La mattina di Natale, viene convocato a corte e invitato da Artù in persona (Sean Harris) a sedere accanto a lui e alla regina Ginevra (Kate Dickie).
È un momento di festeggiamenti e il re chiede ai suoi valorosi cavalieri di raccontare una storia per intrattenere la corte. Proprio mentre Gawain si rammarica di non avere nulla da raccontare, ecco comparire un imponente cavaliere verde dall’aspetto ultraterreno. Il misterioso intruso chiede al re di poter sfidare uno qualunque dei suoi cavalieri a un particolare “gioco”: egli si lascerà colpire senza opporre resistenza, a patto di poter restituire lo stesso, identico colpo a un anno di distanza.

Gawain coglie l’occasione per dimostrare al re il proprio coraggio e, presa in prestito Excalibur, decapita l’avventore. Con grande sorpresa dei presenti, il cavaliere verde semplicemente raccoglie la sua testa, ricorda al ragazzo l’appuntamento futuro e fugge via. L’anno trascorre velocemente e giunge il momento di onorare la promessa. Gawain si trova a dover intraprendere uno straordinario viaggio verso la Green Chapel, il luogo previsto per la resa dei conti. Ma il “viaggio dell’eroe” verso il suo destino è sempre costellato di insidie, imprevisti e deviazioni.

Lungo il percorso, Gawain si imbatte in briganti, spettri, creature fantastiche, ed infine in un certo Lord (Joel Edgerton) e una Lady (Alicia Vikander), che stranamente assomiglia molto a Essel. Ogni incontro è un possibile ostacolo, distrazione o tentazione.
Riuscirà il giovane non-ancora-cavaliere a mantenere la sua promessa?

Dev Patel e Alicia Vikander
Dev Patel e Alicia Vikander in Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Credits: Eric Zachanowich/A24 Films/Amazon)
Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione film di David Lowery con Dev Patel e Alicia Vikander
Sir Gawain e il Cavaliere Verde di David Lowery con Dev Patel, Alicia Vikander e Joel Edgerton (Credits: Eric Zachanowich/A24 Films/Amazon)

Sir Gawain e il Cavaliere Verde (The Green Knight in originale) è il nuovo film di David Lowery (Storia di un fantasma, Old Man & The Gun), distribuito in Italia da Amazon Prime Video.
Si tratta di un adattamento del poema del quattordicesimo secolo, nel nostro Paese conosciuto con il titolo di Sir Galvano e il Cavaliere Verde, appartenente al cosiddetto ciclo arturiano: il vasto insieme di miti e leggende celtiche e bretoni (spesso incentrate su re Artù e i cavalieri della sua Tavola Rotonda) che tanto ha contribuito non solo all’immaginario collettivo medievale, ma anche al moderno genere fantasy.

La storia originale ci è giunta in un anonimo manoscritto, che noi conosciamo soprattutto grazie agli studi di J.R.R. Tolkien e al lavoro del poeta e professore inglese Simon Armitage. Prima di Lowery, altri hanno trasposto il poema sia per il grande che per piccolo schermo: si contano due film, uno del 1973 e uno del 1984, e due versioni per la televisione, nel 1991 e nel 2002. Diversamente dai colleghi però, il regista americano (qui anche sceneggiatore e montatore) sceglie di abbandonare l’approccio classico al genere per uno più innovativo. Lowery omaggia, decostruisce e rinnova la leggenda arturiana con grande sensibilità. Il suo è un cinema lento, silenzioso, pieno di mistero che sfida continuamente il pubblico, non concedendo spiegazioni superflue ma lasciando che siano gli eventi a trasportarlo.

Alicia Vikander
Alicia Vikander in Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Credits: Eric Zachanowich/A24 Films/Amazon)
Dev Patel e Joel Edgerton
Dev Patel e Joel Edgerton (Credits: Eric Zachanowich/A24 Films/Amazon)

Dev Patel è uno dei punti di forza della pellicola. Bravissimo nel portare in scena Gawain in perenne conflitto tra coraggio e viltà, forza e debolezza, onore e sopravvivenza. Non è un eroe predestinato, ma soltanto un giovane non ancora pronto a diventare cavaliere, pieno di dubbi su se stesso, la sua strada, le sue motivazioni. Lowery rispetta il tema originale, la lotta per aderire al codice della cavalleria, ma allo stesso tempo se ne distacca, perché Gawain non è coraggioso né determinato. Alicia Vikander non ha lo spazio che merita, nonostante interpreti due personaggi. Il regista tenta di rimediare affidandole un bel monologo che spiega il significato del colore verde: è il colore della natura, dell’immoralità, ma soprattutto dell’erba che inevitabilmente crescerà sopra le tombe di tutti i protagonisti. Un piccolo discorso ecologista che smonta la presunta importanza dell’impresa dell’eroe.

Inusuale e coraggiosa la scelta di presentare re e regina anziani e malati. Sean Harris e Kate Dickie sono scelte efficaci. Il pubblico più attento è conscio che si tratta di Artù e Ginevra ma i loro nomi non vengono mai pronunciati (e lo stesso vale per Merlino, Excalibur e la Tavola Rotonda), chiarendo così quanto annunciato nell’introduzione: questa è una nuova storia e Gawain è l’unico protagonista.

La narrazione procede per episodi che la sceneggiatura scandisce in capitoli. Non è però chiaro quali siano reali e quali no. La realtà si intreccia con il fantastico, il sogno e le allucinazioni. E quando lo spettatore inizia a domandarsi se quello che sta vedendo sia “vero”, Lowery mette la domanda in bocca a Gawain: “Sei uno spettro?”. E la risposta: “Ha importanza?” spiega che in fondo non ha importanza, perché il viaggio del protagonista è fuori dalla realtà e dalla storia, è già mito.

Il tono generale ben si sposa con i tarocchi, che sono presenti sia fisicamente che metaforicamente. C’è un evidente rimando alla carta (o “arcano maggiore”) dell’“appeso”, che simboleggia un sacrificio, una condizione sfavorevole da sopportare per raggiungere un obiettivo. Sono necessari degli sforzi importanti, delle rinunce, sarà necessario superare delle prove difficili.
Ma la carta può anche essere interpretata come un suggerimento: osserva la tua vita da una prospettiva diversa (che è quello che si vede nel finale della storia).

Dev Patel
Dev Patel in Sir Gawain e il Cavaliere Verde (Credits: Eric Zachanowich/A24 Films/Amazon)
Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione film di David Lowery con Dev Patel e Alicia Vikander
Sir Gawain e il Cavaliere Verde recensione film di David Lowery con Dev Patel e Alicia Vikander (Credits: Eric Zachanowich/A24 Films/Amazon)

Passando alla messa in scena, Andrew Droz Palermo, già collaboratore del regista per Storia di un fantasma, crea una fotografia iperrealistica, che sfrutta continuamente le possibilità coloristiche offerte dalla natura. Sporca, nebbiosa, umida, fredda, perfettamente aderente al contesto medievale. Non c’è neanche una scena illuminata dalla luce del giorno, molte sequenze sono ambientate di notte, al buio, magari illuminate da poche candele.
Regia e montaggio sono in completa simbiosi, eclettici, portano in scena il doppio piano narrativo – tra realtà e immaginazione – e giocano con la linea temporale.
L’immagine è sempre composta perfettamente: si alternano campi lunghi immersi nella natura, sporchi primi piani e dettagli su tutta quella che è l’oggettistica dell’ambientazione.

Bellissimi i costumi, ed è anche interessante notare come i colori giallo-verdi di quelli del protagonista vengano ripresi sul finale.
La colonna sonora di Daniel Hart supporta il tutto, facendo ampio uso di composizioni corali e riproduce arrangiamenti medievali.
Brilla il sonoro: il cavaliere verde che si muove “legnosamente” (qualsiasi rimando al Barbalbero di Peter Jackson è assolutamente volontario), le armi che sembrano vive, l’acqua, il fuoco, il vento…
A24 si conferma la casa di produzione maestra della materia.
Gli effetti speciali sono invece il tasto dolente: complice la modestia del budget (15 milioni di dollari) non hanno proprio una qualità irresistibile ma soprattutto sono poco coerenti con la messa in scena complessiva, così attenta al realismo.

C’è qualche piccola incongruenza nella scrittura, come per esempio l’inutilità di qualche personaggio o creatura (presenti però nel poema originale), o anche dell’arma del cavaliere verde. Questo infatti ad inizio film ne accenna la potenza, mettendola addirittura in palio per la contesa, ma oltre ad essere un bell’oggetto di scena e ad avere un bellissimo effetto speciale, di fatto si rivela una semplice ascia.
Nell’ultima parte del film, Lowery si prende le maggiori libertà e risponde a quasi tutte le domande senza bisogno di proferire parola, avvalendosi soltanto della potenza delle immagini. L’ambiguità del finale, che rende il poema uno dei più interessanti di tutta la “materia di Bretagna”, è rispettata grazie ad un colpo di genio del regista.
In conclusione, Sir Gawain e il Cavaliere Verde è un bellissimo film d’avventura.
Una pellicola fresca, insolita, anticommerciale. Ed incredibilmente originale.

Sintesi

David Lowery omaggia, decostruisce e rinnova la leggenda arturiana con grande sensibilità: il suo è un cinema dilatato, silenzioso, pieno di mistero che sfida continuamente il pubblico, non concedendo spiegazioni superflue ma lasciando che siano gli eventi a trasportarlo. Portando in scena il doppio piano narrativo - tra realtà e immaginazione - e giocando con la linea temporale, Sir Gawain e il Cavaliere Verde si rivela un'avventura fresca, insolita, anticommerciale ed incredibilmente originale.

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