SKAM Italia 4 recensione serie TV Netflix e TIMvision scritta e diretta da Ludovico Bessegato con Ludovica Martino, Beatrice Bruschi, Ludovico Tersigni, Greta Ragusa e Federico Cesari
Dopo 3 stagioni in esclusiva su TIMvision, SKAM Italia non viene più rinnovata e si trova davanti un futuro incerto deludendo il potentissimo fandom che aveva creato. Netflix però capisce che in questa serie, adattamento del format originale norvegese, c’è del potenziale. Così il 15 maggio esce SKAM Italia 4, distribuita contemporaneamente su TIMvision e Netflix, il quale fa conoscere la serie ad un pubblico decisamente più vasto aumentandone esponenzialmente il successo.
SKAM Italia è un tipico teen drama che vede al centro un gruppo di amici adolescenti che frequentano un liceo romano: la particolarità è che ogni stagione è legata al punto di vista e alla storia personale di un singolo personaggio, senza ovviamente tralasciare la narrazione corale. La prima stagione è incentrata su Eva (Ludovica Martino), la seconda su Martino (Federico Cesari), la terza su Eleonora (Benedetta Gargari) e infine la quarta su Sana (Beatrice Bruschi).
Con questo meccanismo ovviamente è fondamentale la caratterizzazione dei personaggi, che deve essere tridimensionale, di spessore, verosimile e con un notevole percorso di crescita da attuare in sole dieci puntate. È proprio per questo che la quarta stagione di SKAM Italia si rivela una spanna sopra le altre.
Sana è un’adolescente musulmana di seconda generazione. Come se già l’adolescenza non fosse abbastanza difficile per qualsiasi persona, su di lei incombe anche lo stigma del pregiudizio, della divisione fra due mondi tanto amati quanto diversi.
SKAM Italia 4 sviluppa Sana come un climax ascendente: all’inizio è a suo agio nell’organizzare la casa vacanza a Mykonos, nel nascondersi durante una festa per poter pregare, nell’indossare il velo più bello per far colpo su Malik (Mehdi Meskar), l’amico del fratello Rami (Ibrahim Keshk). Ma nel corso delle puntate entrambi i suoi mondi le crollano addosso rivelando così tutte le sue insicurezze e fragilità, fino a crollare.
Per quanto Sana possa essere distante dal nostro mondo, in realtà quello che attraversa in questa stagione, estrapolato dal contesto religioso, l’abbiamo provato tutti. Quando il ragazzo che ci piace bacia la nostra migliore amica, quando improvvisamente sentiamo cosa la gente pensa realmente di noi, ci sentiamo sbagliate e per proteggerci costruiamo una corazza invalicabile, rimanendo sole con noi stesse a combattere i nostri mostri.
Sana però riesce, anche grazie a Martino (Federico Cesari), a rimettere insieme i pezzi della sua vita, ad accettare che non sarà mai perfetta e che comunicare è la chiave per stare bene.
SKAM Italia 4 è più forte perché finalmente impariamo qualcosa di nuovo, non è tutto pervaso dalla banalità delle tipiche storielle teen ma mette in luce aspetti nuovi e diversi.
SKAM è molto amata perché viene definita “il più vicino possibile alla realtà” essenzialmente grazie alla presenza, a tratti invadente, dei social, elemento che la maggioranza dei nuovi teen drama (Baby, Summertime) presenta, come se inserire una chat sullo schermo significasse essere al passo con i tempi. Non sono i social network che fanno la “contemporaneità” di una serie, bensì i personaggi e le loro storie. SKAM 4 sarebbe altrettanto bella e attuale perché i suoi temi lo sono.
Non è reale, e non deve esserlo. Se il pubblico volesse vedere la realtà aprirebbe la porta di casa, non la televisione: la serialità è affascinante perché non è quello che viviamo abitualmente, per quello esistono i documentari.
Fiore all’occhiello di SKAM è l’estetica: la fotografia regala emozioni insistendo sui giochi di luce e la colonna sonora spazia fra diversi generi musicali rimanendo sempre attuale e coerente. SKAM Italia 4 è una serie che ci regala una grande consapevolezza, quella della comunicazione fra le persone che riesce ad abbattere l’ignoranza e le incomprensioni.