Snowpiercer Netflix: recensione serie TV con Jennifer Connelly, Daveed Diggs, Mickey Sumner, Iddo Goldberg, Alison Wright, Sheila Vand e Lena Hall
Keep the faith,
and you just remember that
his engine always provides.
So find someone
and hold them close.
And please, stay warm.
(Snowpiercer)
Abbiamo avuto il piacere di completare in anteprima e con due mesi di anticipo la visione di Snowpiercer, la nuova serie Netflix creata da Graeme Manson e tratta dalla graphic novel di fantascienza Le Transperceneige di Jacques Lob e Jean-Marc Rochette, già approdata sul grande schermo con Chris Evans, Ed Harris, Tilda Swinton e Song Kang-ho diretti da Bong Joon-ho al suo primo film in lingua inglese.
Il finale di stagione conferma e amplifica le nostre buone impressioni iniziali, espresse nella recensione in anteprima dei primi cinque episodi della serie disponibile su Netflix.
Attraverso la timeline ufficiale della saga letteraria, i cui diritti sono detenuti da Titan Comics e che vedrà la pubblicazione di ben sei nuove graphic novels, possiamo inoltre incastrare lo show televisivo ben otto anni prima del lungometraggio di Bong Joon-ho il che, al di là dell’estendere per fini commerciali il franchise, stuzzica decisamente l’interesse verso una storia che, dietro al velo dello scenario post-apocalittico, mette a nudo la nostra complessa umanità, dove siamo tutti uguali ma c’è sempre qualcuno più uguale degli altri, dove viviamo tutti sotto lo stesso cielo ma c’è sempre qualcuno che alla fine non riesce a respirare – RIP George Floyd, ucciso il 25 maggio 2020 a Minneapolis da un poliziotto assassino ed infedele – dove siamo tutti generosi a parole ma classisti nell’anima, dove siamo pronti a tutto pur di scavalcare il prossimo per salire su un treno di opportunità che ci doni benessere e aumenti il divario tra noi e gli altri, spesso in sfregio alle regole della società e del vivere comune dalle quali pretendiamo di trarre solo (ingiusti) vantaggi, costi quel che costi e purché il prezzo del nostro benessere ricada sui meno scaltri o “uguali”.
È il momento che il treno funzioni per tutti allo stesso modo.
Oggi marciamo fino alla locomotiva.
Un solo fondo… No! un solo treno!
(Daveed Diggs, Snowpiercer)
Snowpiercer rappresenta il treno dell’umanità, la nostra umanità perduta alla ricerca della felicità più fuggevole e vanagloriosa, ben lontani dal coraggio dei macchinisti che tengono il mondo in vita anteponendo le esigenze del treno alla loro felicità. Persino in un mondo morente non riusciremmo probabilmente ad unirci per il bene comune perché troppo forte e prepotente è la convinzione che unire le classi non funzionerà mai.
La smagliante Jennifer Connelly ci accompagna verso un finale di stagione teso e in crescendo che apre a nuovi, avvincenti scenari e che ci spinge ad andare avanti con la narrazione così come prosegue la marcia del treno che ospita quel che resta dell’umanità, esattamente come dovremmo andare avanti noi nella nostra umanità e nel nostro vissuto quotidiano, con maggiore consapevolezza delle scelte che facciamo e con il coraggio di decidere cos’è giusto e cos’è sbagliato, a prescindere dalle conseguenze per noi. Utopia.
Le nostre scelte ci hanno portato sin qui.
Sapevamo da decenni del cambiamento climatico,
eppure… eccoci qui.
(Jennifer Connelly, Snowpiercer)