Sognando a New York – In the Heights recensione film di Jon M. Chu con Anthony Ramos, Corey Hawkins, Leslie Grace, Melissa Barrera e Olga Merediz
Si suda, si balla e si soffre a Washington Heights, uno dei quartieri multietnici di New York. La varietà di comunità che lo abita combatte per la propria sopravvivenza ogni giorno lontano dalla terra natia nella speranza di realizzare un sogno. Ci si può provare con il duro lavoro, vendendo generi alimentari in una bodeguita o limando unghie in un salone di bellezza, ma la prospettiva più ghiotta rimane sempre una fortunata vincita alla lotteria. Sognatori emigrati sì, ma non per questo ingenui.
È una storia semplice, quella di Sognando a New York – In the Heights, ma difficile da etichettare come banale. L’affanno di persone costrette dalla vita a lasciare tutto ciò che rappresenta casa per trovare un piccolo “posto al sole” è un tema che fa il paio con l’ossessione capitalistica di riuscire a tutti i costi a realizzarsi attraverso il lavoro ed il successo. I personaggi del film diretto da John M. Chu li incarnano alla perfezione, utilizzando gli strumenti offerti dal musical per mettere in piedi una riflessione strutturata che non si risolve con denaro o successo personale, ma con “Paciencia y Fe” come direbbe Abuela Claudia (Olga Merediz).
La scialuppa di salvataggio che l’adattamento cinematografico dell’omonimo musical scritto, diretto e interpretato da Lin-Manuel Miranda – peraltro presente con un piccolo ruolo – propone è la comunità. La rete di connazionali, vicini, persone che si crea nel bisogno è l’unico modo per sfuggire al principio dominante dell’homo homini lupus. E allora Anthony Ramos, Corey Hawkins e il resto del cast intessono relazioni coreografiche e musicali per non perdere il ritmo della vita a fronte di un black-out metaforico in cui ognuno può vedere i suoi dannati problemi.
La forza di Sognando a New York – In the Heights è il musical nel senso più maestoso ed esuberante del termine, la sua più grande vittoria è affermare la supremazia del sueñito, il sogno a misura d’uomo capace di non logorarne la già brevissima esistenza e frutto di un lavoro che non prevede turni o profitti.