Solo per una Notte recensione film di Maxine Rappaz con Jeanne Balibar, Thomas Sarbacher, Pierre-Antoine Dubey e Véronique Mermoud.
Di amori spezzati, a volte turbolenti, il cinema ne ha spesso trattato in maniera frontale, senza mai farsi fagocitare dalla pulsione sessuale che inevitabilmente si crea. In un certo senso, sembra voler ribadire una linea di demarcazione esistente tra il mezzo cinematografico, gli attori protagonisti dell’evento e lo spettatore
Solo nel recente passato abbiamo avuto due film come Ancora un’estate (Catherine Breillat, 2023) e May December (Todd Haynes, 2023), capaci di mettere in scena le conseguenze di passioni torbide, ma soprattutto di relazionarsi con la macchina da presa e lo spettatore.
Un pubblico certamente attento può comunque rimanere inerme di fronte a tali avvenimenti.
Ma Ancora un’estate e May December cosa condividono in sostanza con Solo per una Notte, dramma struggente di Maxime Rappaz? A pensarci bene, non molto. Eppure, questi tre film — benché gli esempi siano ben più numerosi — condividono un fil rouge identico: donne sull’orlo di una crisi di nervi e non solo (per citare, in modo quasi scherzoso, uno dei film più celebri di un regista da sempre attratto dal mondo femminile).
Nel caso specifico di Solo per una Notte viene raccontata la fragilità di una madre con figlio disabile a carico, che tutte le settimane, oltre a lavorare nella propria tintoria, si reca in un hotel spazioso, per dei fugaci incontri di piacere e per dedicare più tempo a se stessa.
La situazione è pressoché detta: conosce l’ospite di turno, intavola una rapida conversazione e poi spediti a letto.
Nessun piacere, nessuna passione, solamente l’atto sessuale ben presto consumato.
Il tutto si ripete inesorabilmente a ciclo continuo, dove la protagonista non riesce a trovare il vero amore e forse neanche un po’ di serenità.
Un giorno, dopo l’ennesimo breve incontro, però la vita potrebbe prendere per lei una volta inaspettata, talmente chiassosa da cambiare la sua attuale quotidianità, parzialmente deprimente.
A volte basta poco a far scoccare la scintilla che spezza la noia di una realtà opprimente: un bacio appassionato o, come nel film di Rappaz, un intermezzo amoroso tra gli alberi di una piccola cittadina di montagna. Un rapporto fulmineo, per certi aspetti simile a quelli consumati nelle fredde stanze dell’albergo precedentemente menzionato, ma al tempo stesso diverso per intensità e appagamento.
Il giovane Maxime Rappaz, al suo esordio con un’opera di finzione (dopo aver realizzato solo un cortometraggio nel 2018) e alla prima partecipazione in una competizione importante come quella di ACID, riesce a conferire al lungometraggio un respiro soffocante, con forti richiami a certo cinema europeo. Il suo sguardo, volutamente distaccato, sembra studiato per non risultare una presenza ingombrante all’interno della narrazione
Ad accompagnarlo (più che assisterlo) in un questo excursus sul complesso universo delle relazioni umane, senza dubbio c’è Jeanne Babilar, attrice esperta e di una potenza magnetica, come poche altre dentro il panorama cinematografico europeo. Farsi carico di un ruolo così difficile non deve essere stato facile, specialmente quando vediamo soffrire il personaggio da lei interpretato. Una relazione talmente forte tra interprete e controparte, da mettere in confusione il concetto di separazione che demarca il medium e la realtà dei fatti.
Solo per una Notte è sicuramente un dramma che non spicca per originalità (il tema trattato è stato rappresentato in svariate forme sullo schermo), salvo forse per il fatale epilogo. Tuttavia, può vantare almeno un paio di momenti raggelanti e di grande potenza visiva. Di rilievo anche la “leggera” ma efficace descrizione dei personaggi, tutti ben sfaccettati, persino quelli secondari.
Maxime Rappaz realizza un film che, a prima vista, può sembrare già visto, ma riesce comunque a risultare convincente. È proprio qui che si manifesta la bravura del regista: offrire allo spettatore una struttura narrativa ben nota per poi, col passare dei minuti, distruggere le fondamenta su cui si costituisce questo specifico genere cinematografico.
D’altronde l’amore sincero è l’unica via di fuga in situazioni come questa.
Il trailer italiano del film: