Spider-Man: No Way Home recensione film di Jon Watts con Tom Holland, Zendaya, Jacob Batalon, Benedict Cumberbatch, Willem Dafoe e Alfred Molina
È arrivato finalmente il grande giorno: Spider-Man: No Way Home è oggi nelle sale in Italia, dove esce in anticipo rispetto agli Stati Uniti, dove uscirà il 17 dicembre. Si tratta del terzo capitolo dedicato allo Spider-Man del MCU, interpretato da Tom Holland.
Il film di Jon Watts inizia dove ci aveva lasciato Far from Home: dopo il combattimento con Mysterio a Londra, il villain ha rivelato la vera identità del supereroe, dicendo a tutto il mondo che si tratta di Peter Parker.
Ovviamente la rivelazione cambia la vita di Peter: tutto il mondo è a conoscenza di chi è, inizia ad essere perseguitato, e con lui i suoi amici e la sua famiglia. La sua iscrizione all’università, così come quella di MJ e Ned, è in pericolo.
Il mondo si divide tra chi considera Spider-Man un eroe e chi, come J. Jonah Jameson, lo considera un assassino.
Proprio per questo, Peter si affida a Doctor Strange, per poter tornare alla normalità. Ma qualcosa non va come previsto e l’incantesimo di Strange apre il fantomatico Multiverso. Tornano, quindi, vecchie conoscenze: Green Goblin, Dottor Octopus, Electro, Lizard e Sandman.
Ce la farà il nostro amichevole Spider-Man di quartiere ad affrontare i Sinistri, ripristinare la situazione e a tornare alla sua normalità?
Nell’anno delle serie tv Marvel e di diversi film dedicate alle Origin Story di nuovi personaggi, Spider-Man: No Way Home è sicuramente uno dei film più attesi della Fase 4 del Marvel Cinematic Universe.
L’importanza della pellicola risiede nella rivelazione del capitolo precedente, sulla vera identità di Spider-Man, ma anche nel ritorno di villain che avevamo visto nei vecchi film dedicati al supereroe. I “cattivi” che avevano lottato contro Tobey Maguire e Andrew Garfield tornano e si trovano di fronte ad un nuovo Spider-Man, che però non conoscono.
Il cast è decisamente vasto e variegato: oltre a Tom Holland, Zendaya e Jacob Batalon, abbiamo anche Benedict Cumberbatch, Jon Favreau, Marisa Tomei, Benedict Wong, Jamie Foxx, Alfred Molina, Willem Dafoe, Thomas Haden Church e Rhys Ifans.
Il regista Jon Watts (il quale aveva diretto già i primi due capitoli) riporta lo Spider-Man condiviso da MCU e Sony’s Spider-Man Universe in sala e lo fa mostrandoci un Peter Parker più maturo, ma sempre ironico e, a volte, imbranato. Tom Holland sembra nato per questo ruolo, basti pensare che Stan Lee lo aveva descritto come lo Spider-Man che si era immaginato, mentre lo creava.
Lo Spider-Man di Tom Holland rispecchia la nuova generazione, ma piace anche alle vecchie, cresciute coi film di Sam Raimi e Marc Webb.
Il nuovo Peter Parker non ha combattuto solamente contro i suoi classici villain (Avvoltoio nel primo capitolo e Mysterio nel secondo), ma è stato in una squadra di supereroi, “ha combattuto nello spazio”. Proprio per questo, quello che vediamo è uno Spider-Man decisamente più tridimensionale, rispetto alle versioni precedenti. È capace di mostrare coraggio e dedizione nei panni della sua controparte supereroistica, ma mostra anche le debolezze e le fragilità di un adolescente in un mondo troppo grande per lui, segnato anche dalla perdita di una figura che lui considerava un mentore: Iron Man.
Spider-Man: No Way Home si caratterizza per l’ottima fotografia dell’italiano Mauro Fiore (Avatar), che richiama gli elementi di Doctor Strange del 2016, riuscendo a dare al pubblico anche uno spettacolo visivo notevole, grazie agli effetti speciali curati da Kelly Port e all’apporto dell’ormai celebre Ryan Meinerding, responsabile del Visual Development dei Marvel Studios.
A differenza di altri film del MCU, in questo nuovo capitolo di Spider-Man l’umorismo è calibrato ad arte, riuscendo a far sorridere gli spettatori in diversi momenti. Anche se non mancano momenti intensi, amplificati dalla bravura di Tom Holland e Benedict Cumberbatch, due fuoriclasse in veste di supereroi.
In 148 minuti Spider-Man: No Way Home è travolgente e denso di avvenimenti – forse troppi in alcune circostanze – che non lasciano prendere fiato allo spettatore, continuamente stimolato dagli eventi che si susseguono sullo schermo. Nonostante un minutaggio notevole, infatti, Jon Watts non concede tregua: un pregio o un difetto che lasciamo decidere agli spettatori.
Quello su cui possiamo essere sicuramente concordi è che Spider-Man: No Way Home piacerà ai vecchi e ai nuovi fan dell’Uomo Ragno, grazie ad una trama avvincente, scenografie curate al dettaglio e tanti colpi di scena.
Se in Far from Home vediamo uno Spider-Man segnato dal dolore della perdita, dopo Avengers: Endgame, e che s’interroga sul suo futuro, adesso lo ritroviamo che ha preso coscienza del suo destino e del suo essere un supereroe. Il suo compito è quello di salvare le persone dalle forze malvagie, mettendo tutto se stesso nel farlo. Perché dopotutto, come ben sappiamo “da grandi poteri derivano grandi responsabilità”. La rivelazione della sua identità lo sconvolge, ma lentamente inizia a pensare che sia meglio così, che forse è un bene che le persone sappiano la verità.
Spider-Man: No Way Home è una pellicola dall’importanza inestimabile per tutti i fan del Marvel Cinematic Universe, che si pone come baluardo della Fase 4: un punto di non ritorno, ma anche di convergenza, per tutti gli eventi che abbiamo visto finora, sia nei film cinematografici che nelle serie televisive. Di notevole importanza sono anche le due scene post-credits, che aprono a diverse possibilità per le nuove fasi del MCU. Un blockbuster che merita le attese, il successo nelle prevendite e l’hype dei fan, grazie soprattutto ad una performance eccellente di Tom Holland e alla presenza di vecchi villain che conosciamo bene e che suscitano la nostra nostalgia.