Storia di un fantasma recensione film di David Lowery con Rooney Mara, Casey Affleck, McColm Cephas Jr., Kenneisha Thompson e Liz Cardenas
Quinto film realizzato da David Lowery, Storia di un fantasma racconta la vita del musicista C. (Casey Affleck), o meglio la sua after-life, visto che l’uomo muore improvvisamente in un incidente stradale. Ancorato al mondo terreno dall’amore per sua moglie M. (Rooney Mara), lo spettro di C. ritorna nella sua vecchia casa, ad osservare impotente la vita della donna, che, dopo un periodo di lutto, sembra determinata a guardare al futuro.
Storia di un fantasma è un film incentrato sull’incomunicabilità dell’amore, del dolore e della rabbia, dove il tempo, nel suo lento ed eterno fluire attraverso le epoche, evidenzia l’insignificanza umana rispetto alla sua totalità: un concetto nichilista che trova le sue conferme all’interno di un universo ciclico che nasce, muore, risorge in una sorta di un loop temporale in cui presente, passato e futuro si fondono in un’unica realtà possibile.
David Lowery, attraverso i suoi lenti ed essenziali movimenti di macchina, permette allo spettatore di immedesimarsi nella natura del fantasma adottando la sua soggettiva e rendendolo partecipe del suo dolore incomunicabile. La sua esistenza stessa, fatta di pazienti attese, dove il tempo diventa un’astrazione perdendo gradualmente i sui caratteri, è costruita sull’immobilismo, sull’incapacità di comunicare e di ricordare. Una scelta registica che, attraverso l’uso di piani sequenza con macchina da presa fissa uniti all’assenza quasi totale di musica, riesce a trasmettere allo spettatore di una sensazione soffocante d’ansia, malessere e drammaticità.
Una regia statica ed immobile, quindi, che ritrae il quotidiano senza arricchirlo dei sussulti che contraddistinguono il genere, ma che trasmette la malinconica esistenza/assenza di un fantasma che non riesce o non vuole compiere l’ultimo passo per la propria salvezza.
Nicola