Strappare lungo i bordi recensione serie animata Netflix scritta e diretta da Zerocalcare con Valerio Mastandrea presentata alla Festa del Cinema di Roma
Non solo film alla Festa del Cinema di Roma. Tra gli eventi speciali della 16° edizione, infatti, trova spazio anche la serialità televisiva. Il primo appuntamento in merito è stato quello con la nuova serie animata targata Netflix di Zerocalcare, Strappare lungo i bordi (della quale sono stati presentati i primi due episodi), con Valerio Mastandrea a prestare la voce alla coscienza/armadillo del fumettista romano. La serie è prodotta da Movimenti Production in collaborazione con BAO Publishing, la serie sarà composta da sei episodi da circa quindici minuti ciascuno.
Unendo l’arguta e schietta natura fumettistica con gli esperimenti video social, Zerocalcare riesce a convincere anche con le immagini in movimento, proponendo un’animazione molto strutturata, che punta tutto sugli effetti e il dinamismo visivo.
Narrato interamente dall’artista (con tanto di interpretazione di più ruoli), la serie segue i soliti momenti di vita quotidiana che abbiamo imparato a conoscere dalle opere di quest’ultimo, raccontati con la tradizionale calata romana e la semplicità che hanno decretato il successo di Zerocalcare. Il filo conduttore è la sua “relazione” burrascosa con Alice, l’amica di un’amica conosciuta durante un concerto.
Per capire l’efficacia della serie, basta guardare alla reazione del pubblico in sala, costantemente immerso in una fragrante risata collettiva per quella che si appresta ad essere una vera sorpresa nonché una delle migliori produzioni italiane che Netflix abbia mai partorito. Oltre all’ipercinetica messa in scena, cadenzata dalle battute dell’artista e da una colonna sonora composta dai brani che lo hanno accompagnato durante la sua crescita, anche l’interpretazione di Valerio Mastandrea convince, portando su schermo un Armadillo ancora più verace e irriverente.