Submergence recensione film di Wim Wenders con Alicia Vikander, James McAvoy, Alex Hafner, Celyn Jones e Jannik Schümann disponibile in home video
Submergence di Wim Wenders è basato sull’omonima opera letteraria di Jonathan Ledgard, pellicola dai toni e dai temi profondamente drammatici che ruota attorno alla storia di James (James McAvoy) e Danielle (Alicia Vikander).
Lui spia britannica, lei biomatematica profondamente assorbita dallo studio e dalla ricerca. I due si incontrano durante un periodo di vacanza in Normandia e sorprendentemente si innamorano. In brevissimo tempo il loro legame diventa indistruttibile, basato su riflessioni e pensieri condivisi ad alta voce. Purtroppo però i protagonisti sono costretti a dividersi. Danielle verso il sottomarino che le permetterà di immergersi nel Mar Glaciale Artico con la sua squadra e James diretto verso la Somalia per un’operazione molto rischiosa.
Submergence parte con un ottimo potenziale e prospettive a livello creativo piuttosto interessanti. La presenza di attori del calibro di Alicia Vikander (The Danish Girl) e James McAvoy (Espiazione, Split) in primis, sotto la guida di Wim Wenders, regista che ha saputo stupire il mondo con film come Paris, Texas nel 1984. Poi, le tematiche che sembrano voler puntare piuttosto in alto: in Submergence si parla di amore straziante ed intenso ma anche di spionaggio, jihad, importanza dello studio scientifico per l’evoluzione, dovere e molto altro. Il punto quindi diventa: Submergence è capace di saper gestire tutti questi elementi al meglio, fino a rendere il tutto funzionante? Purtroppo la risposta è no.
I due attori protagonisti sono la colonna portante che si assume il carico di sorreggere una pellicola piuttosto scialba e anche pesante. La loro abilità recitativa rende tutto un po’ più scorrevole, nonostante fin dai primi venti minuti si avverta una sorta di drammaticità fin troppo melensa per essere piacevole. Ma nonostante le buone interpretazioni di McAvoy e Vikander c’è ben poco da poter salvare nel film di Wim Wenders.
I dialoghi, soprattutto nella prima metà, risultano a tratti inutili ai fini della trama oppure artificiosi nel modo in cui sono espressi. Hanno insomma ben poco a che vedere con conversazioni che rispecchino la realtà. Il primo incontro tra i due protagonisti risulta piuttosto sbiadito e poco intenso, quasi ridicolo nell’approcciare Danielle e James come fossero due bambini immaturi. Submergence si veste di silenzi che vorrebbero essere autoriali, e per questo profondi e significativi, ma in realtà lasciano solo spazi vuoti tra scene slegate tra loro provenienti dalle vite dei due. La regia minimalista non aiuta a valorizzare temi che negli intenti dovrebbero assumere profondità emotiva ma che in realtà risutano soltanto accennati e frammentati: sembra quasi che la narrazione si muova alla cieca senza riuscire a legare per bene i vari spunti affrontati.
Submergence punta in alto ma arriva alla meta gravato da un insieme sbilenco di elementi, seppur promettenti, cuciti insieme a forza e malamente.
Valentina