Sumodo: The Successors of Samurai recensione documentario di Sakata Eiji con Endo Kenichi, Sakaigawa Hideaki, Takadagawa Katsumi al FEFF 23
Sumodo: The Successors of Samurai è il lungometraggio documentario d’esordio del regista televisivo Sakata Eiji, forse il primo sull’argomento a metterne davvero sotto la lente d’ingrandimento la complessità. Infatti, con i suoi 1500 anni d’età, il sumo non solo vanta il titolo di sport più popolare di tutto il Sol Levante, ma è soprattutto la pratica che più di molte altre riesce a raccontare l’identità di un paese.
Malgrado la sua importanza antropologica, il sumo ancora non gode di particolare notorietà nei paesi occidentali. La presentazione in anteprima di Sumodo: The Successors of Samurai al ventitreesimo Far East Film Festival corre in aiuto a questo nobile scopo.
Sumodo: The Successors of Samurai: la sinossi
Il regista Sakata Eiji si concentra sulla quotidianità di due scuderie di sumo, Takadagawa e Sakaigawa. Le fasi di addestramento in vista dei due più importanti tornei di sumo del Giappone viene descritta nei minimi dettagli: seguiamo la rigorosa preparazione dei Rikishi (il termine riferito al lottatore di sumo) e veniamo introdotti alle controversie fisiche con cui i due atleti di punta delle rispettive due scuderie, Ryuden Goshi e Goeido Gotaro, sono costretti a misurarsi per eccellere in competizioni sempre più serrate e violente.
Il sumo tra storia, sport e folklore
Eiji Sakata dedica una buona metà del film alla descrizione della forza fisica e della lucidità mentale dei Rikishi, talmente elevate da portarli a sopportare infortuni spaventevoli pur di raggiungere l’obbiettivo della perfezione. Gli allenamenti, gli scontri tra questi moderni samurai da 150 kg (paragonati all’impatto degli incidenti stradali) e le fasi di meditazione vengono descritti con stile solenne e illuminazioni cupe. Grazie ad alcune parentesi collocate nei punti giusti veniamo a conoscenza dei legami che il sumo ha con la storia del Giappone feudale (faceva parte dell’addestramento dei samurai in tempo di pace) e con le discipline filosofiche dello shintoismo (il superamento dei limiti fisici e mentali come raggiungimento di un’illuminazione estatica).
Sebbene si prenda molto tempo per spiegare la vita professionale degli atleti, Sumodo: The Successors of Samurai non evita il lato umano della disciplina sportiva, concedendo al pubblico i dovuti spiragli emotivi dedicati a timori, debolezze e felicità (il rapporto con il cibo, il supporto infinito dell’amore). Questo quadro a tutto tondo permette di nutrire sincera ammirazione per i Rikishi, offrendo uno sguardo che soprattutto ai neofiti risulterà molto avvincente.