Teen Spirit – A un passo dal sogno recensione del film di Max Minghella con Elle Fanning, Rebecca Hall, Zlatko Buric, Millie Brady e Elizabeth Berrington
Siamo in un momento storico in cui l’unione tra cinema e musica è tornata fortemente alla ribalta, lo testimoniano il successo nel 2016 di La La Land, l’enorme impatto al botteghino di Bohemian Rhapsody e il recente Rocketman, film su Elton John. Teen spirit – A un passo dal sogno, si inserisce perfettamente in questa nuova tendenza, non a caso è prodotto da Fred Berger, che è stato produttore del già citato La La Land. Diretto da Max Minghella, qui al suo esordio, il film racconta della difficile vita di Violet (Elle Fanning), che sogna un futuro nel mondo della musica ma che vive uno sconfortante presente nella piccola isola di Wight.
Per quanto il plot possa sembrare già visto o banalotto, Minghella compie scelte funzionali per staccarsi dalla classica estetica da teen movie, filone a cui il film appartiene. In primis tutta la prima parte, utile ad entrare in empatia con la protagonista, è giocata sull’oscurità: la città, la casa, persino il volto di Violet sembrano sempre avvolti da un velo opaco, l’unica cosa rosa e illuminata è “teen spirit”, ossia il sogno e la possibilità di allontanarsi da quella vita opprimente. Inoltre il regista gioca molto con i campi ristretti, non solo per sfruttare il talento della Fanning, ma anche per comunicare un senso di oppressione e di prigionia vissuti dalla protagonista.
Violet, aiutata dal discutibile ma di buon cuore manager Vlad (Zlatko Burić), compie un vero e proprio viaggio di formazione (o deformazione?) nel quale le tappe sono scandite dalle esibizioni sul palco, in cui non solo la sentiamo cantare e la vediamo ballare, ma entriamo nella sua mente e nella sua anima in cui i ricordi e le sensazioni vengono a galla per caricare sempre di più la performance. La magia di fatto si spezza quando il mondo dei talent si scopre per quello che è, composto da personaggi falsi e case discografiche pronte a sfruttare il personaggio del momento.
“Noi siamo un bozzolo e tu sei un bruco, magari insieme possiamo dar vita ad una farfalla”, metafora del successo effimero da talent show.
Guardando il film è difficile non pensare a The Neon Demon, non solo per l’attrice protagonista, ma anche per la trama simile al film del 2016. Purtroppo Teen spirit non ha né la forza estetica né l’espressività, ma forse non è interessato ad averle, del grande film di Refn, ma alcune citazioni ed echi rimangono, come la scena della prima audizione o quella nel club. Infatti quella di Elle Fanning è una scelta riuscita, anche se questa non è la sua miglior interpretazione, l’attrice americana torna nei panni di una timida ed ingenua ragazza catapultata in un mondo più grande di lei; quel suo volto in bilico tra l’essere candido e l’essere ribelle si sposa bene con il personaggio e rappresenta tutta una generazione di millennials sognanti e pronti a cambiare le proprie opache vite.
Il film si porta dietro tutti i limiti del genere, ma riesce nel suo intento nel parlare la lingua dei teenager disilludendoli e mettendoli in guardia soprattutto sul luccicante mondo della televisione.
Andrea P.