Thanksgiving recensione film di Eli Roth con Patrick Dempsey, Addison Rae, Milo Manheim, Jalen Thomas Brooks, Nell Verlaque, Rick Hoffman e Gina Gershon [Anteprima]
Il Giorno del Ringraziamento, l’occasione in cui tutte le famiglie si riuniscono a tavola per esprimere la loro gratitudine prima di assaporare un succulento tacchino glassato.
Eli Roth sceglie questa ricorrenza per narrare la storia di una città terrorizzata da un assassino intento a preparare la tavola per accogliere i “festeggiati”.
Il regista di Hostel, Cabin Fever e Knock Knock rimane fedele ai suoi gusti, presentandoci un horror divertente e alquanto leggero con un inizio mozzafiato che potrebbe far riflettere.
Scegliendo di rendere terrificante l’arrivo del Black Friday, il regista crea una nuova maschera. Creare un nuovo personaggio iconico dell’horror è una sfida ardua. Personaggi che ora consideriamo classici e scontati come Michael Myers, Jason e Freddy Krueger, hanno tutti avuto un inizio. In questo contesto, possiamo identificare John Carver, “il pellegrino”, come un promettente candidato.
Roth confeziona una pellicola dinamica con scelte di scrittura carine e fresche. Gioca con gli stereotipi e guarda al passato. I richiami a Halloween sono tantissimi, basta osservare l’inizio del film. Ma Carpenter non è l’unico che viene ricordato, Roth omaggia anche Venerdì 13 e il capolavoro di Brian de Palma Carrie.
La durata è breve, il che non è assolutamente un problema, anzi. Patrick Dempsey torna all’horror dopo i tempi di Scream 3, qui nel ruolo dello sceriffo. Ma il vero protagonista è il cast di giovani prede, gestito con maestria e con scambi tra loro per lo più divertenti.
Non si tocca nessun tipo di tridimensionalità, ma è giusto così. Il compito è regalare allo spettatore un popcorn movie con quel sapore anni ’80 che serviva. Jumpscare ve ne sono, ma ben gestiti.
Le musiche forse non saranno iconiche, ma risultano funzionali con le situazioni proposte. Il montaggio è ben fatto, la fotografia è pratica in alcuni punti e ben ispirata in altri. Le uccisioni presentate sono sanguinose, crude e alquanto divertenti da vedere.
L’intento non è quello di commuovere con del dramma forzato, anzi si vuole far divertire lo spettatore con omicidi assurdi e con espedienti anche originali per il genere.
Eli Roth tira fuori dal cilindro un lungometraggio da uno dei fake trailer presenti nel progetto Grindhouse di Quentin Tarantino e Robert Rodriguez. Si può anche affermare: “finalmente un altro di quei trailer prende vita” e lui era la persona giusta per divertirsi e far divertire anche noi.
Ci auguriamo l’avvio di una eventuale saga che potrebbe portare freschezza nel panorama horror americano. Tuttavia, anche se dovesse rimanere un film isolato, la questione verrebbe comunque considerata chiusa e non si guarderebbe indietro a Thanksgiving come a un’occasione persa.
Consigliato ai più giovani che aspettano trepidanti il prossimo Black Friday.