The Adam Project recensione film di Shawn Levy con Ryan Reynolds, Mark Ruffalo, Jennifer Garner, Walker Scobell, Catherine Keener e Zoe Saldana
Tutti sono il doppio di me, ho visto un neonato più grosso di me!
(Walker Scobell in The Adam Project)
Curioso scrivere di una pellicola sui viaggi nel tempo come The Adam Project nella stessa settimana in cui Nature apre nuovi spiragli sul ringiovanimento cellulare e sul mito dell’eterna giovinezza, andando così ad unire idealmente le maggiori bramosie dell’avidità umana, cambiare il corso della storia e diventare immortali.
Una villetta isolata in mezzo alla foresta, il fascino seducente della notte azzurra, un bambino solo soletto in casa, l’istinto superiore di un cagnolone protettivo, Hawking, e un evento incredibile che precipita direttamente da un’altra epoca: tra nostalgia, stupore e cliché sul genere fantascienza l’astronave di The Adam Project atterra affatto male, sospesa tra la curiosità dell’incontro tra gli Adam del presente e del futuro, rispettivamente Walker Scobell e Ryan Reynolds, e la missione di quest’ultimo pronto a sfidare il tempo e lo spazio per la donna che ama.
La fisica è fatica: dobbiamo lavorare su dei problemi che saranno i nostri figli a risolvere.
(Mark Ruffalo in The Adam Project)
Dopo un esordio promettente, mentre le reference ad E.T. l’extra-terrestre, Ritorno al futuro, Star Wars e Navigator si moltiplicano, e soprattutto quelle a Star Wars diventano eccessivamente sfrontate, o meglio fuori luogo, la stessa astronave che aveva iniziato ad affascinarci precipita per una buona mezz’ora roteando su se stessa tra fantascienza, racconto di formazione e storia d’amore, incerta su genere e target mentre la narrazione prosegue tra plot holes, coreografie d’azione da sei politico e scarsa convinzione generale sulle motivazioni ed intenzioni dei protagonisti.
L’Adam adolescente appare utile solo come chiave per aprire la portiera dell’astronave, due innamorati incredibilmente si ritrovano dopo che lui (Ryan Reynolds) pensava di averla persa per sempre ma inizialmente quasi nemmeno si sfioreranno, lei (Zoe Saldana), nel suo rifugio a prova di guerra, dichiara di aver preparato per anni le sue difese ma nel momento del pericolo esse si limiteranno ad una singola mina telecomandata. Tant’è.
Sembri un preservativo coi bottoni.
(Mark Ruffalo in The Adam Project)
L’ingresso in scena e la bravura di Mark Ruffalo, padre degli Adam e dei viaggi nel tempo grazie alla manipolazione degli wormhole nello spazio mediante una tecnologia ad impulsi, portano giovamento alla storia che si interroga sul diritto dell’umanità di manipolare i meccanismi dell’universo, mentre la sceneggiatura di Jonathan Tropper, T.S. Nowlin e Jennifer Flackett non si priva di buttare lì a caso singole linee di dialogo su impatto ambientale, scenari futuristi nemmeno abbozzati e su non meglio definite, ma dalla sicura presa, azioni criminali tramite conti offshore perpetrare dall’esile villain di turno (Catherine Keener), che ironia della sorte reciterà: “Tu non hai mai compreso a fondo il quadro più ampio“. Nemmeno noi.
Shawn Levy, nuovamente al fianco di Ryan Reynolds dopo Free Guy – Eroe per gioco, ci ha abituato a livelli di intrattenimento e incisività delle storie ben diverse nella sua duplice veste di regista e produttore di talento, pensiamo limitatamente alla regia a pellicole divenute ormai dei classici come Real Steel, Una notte al museo o Una scatenata dozzina, e lungi dal voler apparire critici nei confronti dello straordinario percorso intrapreso dalla neo major Netflix, anche nel campo cinematografico con perle come il recente Il potere del cane di Jane Campion candidato a dodici Oscar, The Adam Project va ad inserirsi nel novero di quei progetti streaming altisonanti per cast ma poco ambiziosi, curati, ispirati dal punto di vista artistico, anche in relazione ai vari generi di riferimento, laddove sul fronte seriale i risultati appaiono costantemente opposti in termini di idee, impegno ed eredità.
The Adam Project: le frasi del film
Credo che sia più facile essere arrabbiati che tristi.
E credo che quando diventerò più grande mi dimenticherò la differenza.
(Walker Scobell in The Adam Project)
Come si distrugge la matematica?
(Mark Ruffalo in The Adam Project)
Siete i miei ragazzi e sarete sempre i miei ragazzi, ovunque nel tempo.
(Mark Ruffalo in The Adam Project)