The Beekeeper recensione film di David Ayer con Jason Statham, Jeremy Irons, Josh Hutcherson, Amber Sienna, Emmy Raver-Lampman, Taylor James, Phylicia Rashād e Minnie Driver [Anteprima]
The Beekeeper, con protagonista Jason Statham, segna il ritorno alla regia per David Ayer, dopo il deplorevole The Tax Collector – Sangue chiama sangue del 2020, da noi direttamente uscito sulle varie piattaforme digitali.
Il nuovo film del regista di Suicide Squad (di cui alcuni fan della DC Comics e non solo “ironicamente” ne attendono una versione estesa da diversi anni) è in arrivo nelle sale italiane a partire dal 11 gennaio 2024 grazie a 01 Distribution.
Nel cast troviamo nomi del calibro di Jeremy Irons e di Josh Hutcherson, di recente visto in Five Nights at Freddy’s tratto dalla celeberrima saga videoludica.
È il racconto di Adam Clay, interpretato magistralmente da Jason Statham in una delle sue performance più riuscite, un apicoltore silenzioso e dedito al proprio lavoro, ma non privo di lati oscuri. Dopo aver scoperto un avvenimento sconcertante, il nostro protagonista si trova costretto a tornare in azione per svelare la vera identità dei responsabili e eliminarli. La sua battaglia inizia proprio in quel momento, e niente e nessuno sembra poterlo arrestare.
Non c’è soltanto azione e ritmo forsennato, bensì anche un breve ma interessante discorso sul complesso mondo delle criptovalute e derivati, dove a farne le spese, come spesso accade in film del genere, sono le persone più umili e indifese.
Argomento quasi inaspettato date le premesse contenute nel trailer, seppur ben presto venga messo da parte per mettere in mostra le abilità marziali del celebre attore inglese.
Il riassunto della trama può essere descritto come una corsa indiavolata contro il tempo, in cui la parola pensionamento è assente nel vocabolario dell’eroe della storia, il quale non si concepisce affatto sul viale del tramonto.
La sceneggiatura firmata da Kurt Wimmer, regista noto soprattutto per lo scialbo film di fantascienza Equilibrium con Christian Bale (dove mostra un’ispirazione più accentuata nella scrittura), assume un peso specifico nel nuovo lavoro di Ayer, dettando toni e tempi più della regia stessa. Il lungometraggio è infatti ricco di giochi di parole e battute taglienti (consigliamo la visione in lingua originale), pronunciate da uno Statham, come detto prima, assolutamente convincente.
Pur essendo un prodotto a suo modo compatto e dinamico, grazie soprattutto ad un gradevole montaggio, presenta comunque diverse note stonate: un Jeremy Irons spento e svogliato (migliore, ad esempio, Josh Hutcherson, che sembra vivere una seconda giovinezza artistica dopo un periodo di oblio, perfetto nel ruolo di giovane antagonista), un finale effetto stampo direct to video anni ’90, scene d’azione talvolta confuse e figure femminili abbozzate.
David Ayer con il suo ultimo lavoro, nonostante gli evidenti limiti che denota sin dagli esordi come scene d’azione confusionarie e ritmo zoppicante, riesce incredibilmente a tenere il polso fermo e confezionare un prodotto quantomeno dignitoso. Di certo non si può dire che non sia una visione piacevole e con alcune scene di buona comicità.
Poi ovviamente non è niente di nuovo, film di questa tipologia ne esistono a migliaia e anche con maggiore piglio a livello di regia e montaggio, ma considerando il vissuto lavorativo di un autore come il regista statunitense è quanto di meglio ci si potesse aspettare
The Beekeeper potrebbe rappresentare una sorta di piccola rinascita per un regista che, spesso, ha dimostrato di avere una conoscenza limitata della direzione cinematografica e altrettanto per gli attori, nonché sfortunato in alcune produzioni, come ad esempio Suicide Squad. In altre parole un film che, soprattutto se visto al cinema per via di un buon impianto visivo, può davvero trovare la sua ragion d’essere.
Il trailer italiano del film: