The Boys 2 recensione della seconda stagione della serie TV di Eric Kripke, Seth Rogen e Evan Goldberg con Karl Urban, Anthony Starr, Jack Quaid, Erin Moriarty, Dominique McElligott, Jessie Usher, Laz Alonso, Tomer Capon e Karen Fukuhara
Questa volta più che una recensione, siamo vicini alla degustazione.
Amazon Prime Video centellina gli episodi su cui imbastire il discorso relativo alla seconda stagione di The Boys per non gettare troppa carne sul fuoco. La sensazione è che, oltre a riprendere familiarità con gli anti-supereroi che spadroneggiano, uccidono e recitano per il “grande pubblico”, stavolta ci sia lo spazio per esplorare le direzioni aperte dallo stravolgente esordio del 2019.
Gli stilemi ci sono, ancora una volta, tutti: politicamente scorretto, parodismo distopico e violenza cruda. Grandi cetacei vengono uccisi, uomini super fanno sfogare uomini normali offrendo parti del proprio corpo di cui disporre a piacimento a pagamento – chi non vorrebbe mutilare un corpo le cui parti ricrescono come le code delle lucertole ?! – nuovi esseri privi di ogni scrupolo e/o morale arricchiscono un paesaggio dominato dal caos e dell’abuso di potere in ogni sua forma.
Molti nodi, creati nel corso della prima stagione, iniziano a venire al pettine cercando di sfruttare in maniera coerente un setting dove meschinità e ipocrisia pervadono ogni scena. La ricerca di Butcher (Karl Urban), la storyline di Hughie (Jack Quaid) e Starlight (Erin Moriarty), la sottile ma tagliente ironia sulla questione femminista sono solo alcune delle frecce nella faretra di una serie che se, nella prima stagione, aveva dalla sua la novità stilistica e tematica, stavolta prova consolidare quanto raccolto senza dover rendere il tutto una continua ricerca di sensazionalismo visivo.
Dalle pennellate dei primi tre episodi, si intuisce che una deriva psicologica e morale è necessaria. Una volta contemplata la possibilità che le persone con poteri possano essere qualcosa di estremamente vicino al male, è doveroso esplorare le risposte attraverso i personaggi a disposizione. Il parterre di Super e Boys serve proprio a questo, mettere a fuoco le implicazioni di una premessa non-canonica all’interno di una trama necessaria a portare avanti l’azione.
I fuochi d’artificio ci sono, il sangue sembra non mancare con la già sperimentata astuzia nello sceglierne il dosaggio, ma per scampolo di puntate il giudizio è da prendere con le molle. Di certo la nuova stagione di The Boys vede la precedente e rilancia con intelligenza una materia che potrebbe rischiare di perdersi nella sua cifra stilistica o nella storia che porta avanti.