The Boys 3 recensione serie TV Amazon Prime Video di Eric Kripke con Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Dominique McElligott, Laz Alonso, Karen Fukuhara e Jensen Ackles
Ritorna finalmente The Boys con la tanto attesa terza stagione, tratta dall’omonimo fumetto scritto da Garth Ennis e Darick Robertson e trasposta con sagace irriverenza da Eric Kripke per Amazon Prime Video. Tre episodi subito disponibili poi, con cadenza settimanale, uno a settimana fino al gran finale dell’8 luglio con l’ottavo ed ultimo episodio. Noi siamo riusciti a gustarci la terza stagione in anteprima, che vi raccontiamo spoiler free.
Senza voler svelare troppo della trama una cosa è certa, la tensione inizia lentamente a salire; si ha la crescente impressione di essere all’inizio della fine. Butcher e Patriota non sono mai stati così vicini e questa collisione inevitabile sembra essere giunta al punto di non ritorno. Livello di narrazione che fino ad ora ha presentato veramente pochi errori. Per ritmo ed intenzioni The Boys ha sempre stupito nel mezzo di un panorama televisivo che, per ogni serie di successo, tenta in modi maldestri di strizzarne il più possibile l’identità per mere logiche commerciali. L’impressione che traspare da questa terza stagione è che Eric Kripke abbia ben in mente sia il punto di arrivo sia il viaggio da intraprendere per raggiungerlo. Questo non può che far tirare un sospiro di sollievo ai tanti appassionati della serie.
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Dare il giusto spazio ed equilibrio tra le tante storie da raccontare all’interno di una opera collettiva è difficile. Qualche momento di rilassamento generale del ritmo e della storia è innegabile sia presente anche nella prima parte di stagione, in particolare riguardo la storia che lega Kimiko (Karen Fukuhara) e Frenchie (Tomer Kapon), che appare abbastanza fine a se stessa tra i numerosi archi narrativi che la serie ha aperto. Anche alcune linee di scrittura sembrano più scialbe, ma c’è l’altissimo interesse per le nuove aggiunte al cast.
Spicca il ruolo carismatico di Soldatino (Jensen Ackles) che svestiti i panni da cacciatore di demoni, risulta credibilissimo con la calzamaglia da supereroe. Supereroe da intendere ovviamente nell’accezione non proprio positiva del mondo di The Boys. Il tempo a lui dedicato è giustamente ristretto ma importante. Un plauso anche a tutto il resto del cast, che riesce alla terza stagione ad alzare ancora di più il livello. Da un Patriota (Anthony Starr) che è sempre più pronto ad ogni singola inquadratura a perdere completamente il senno e distruggere il mondo, ad un Butcher (Karl Urban) che si spingerà sempre più in là per poter contrastare la sua nemesi. Senza dimenticare Starlight (Erin Moriarty) alle prese con la crescita coscienziosa delle proprie capacità, allontanandosi sempre di più dalle insicurezze di gioventù.
Rimane intatto lungo il corso degli episodi e anzi sembra addirittura incrementato rispetto agli anni passati, l’uso senza freni di un sarcasmo che non risparmia nessuno. Eric Kripke mette a nudo, con azzeccate e feroci critiche, la società attuale, in particolare quella americana. Dalla cultura imperante delle armi da fuoco ai movimenti di protesta per le minoranze, senza mai dimenticare l’esposizione del marcio sistema capitalista di cui Vaught (come una qualsiasi azienda consumistica reale) fa da emblema. Altro marchio di fabbrica targato The Boys è l’uso grottesco, splatter ed esagerato della violenza; che ritorna senza alcuna remora. Tutto culminerà nell’incredibile sesto episodio, probabilmente uno dei migliori episodi della serie in assoluto, che sarà una perfetta dichiarazione di intenti e lascerà con altissime aspettative per il season finale.
Chi ha amato le scorse stagioni non avrà nulla da temere, perché The Boys è tornato. Irriverente, violento, scorretto ma anche con qualche difetto, l’opera di Amazon Prime Video si conferma una delle migliori serie attualmente presenti nel panorama televisivo.