The Conjuring 3 – Per ordine del diavolo recensione film di Michael Chaves con Vera Farmiga, Patrick Wilson, Ruairi O’Connor e Sarah Catherine Hook
Ormai settimo film legato al multiverso cinematografico incentrato sui coniugi Warren e le loro orrorifiche scoperte, The Conjuring – Per ordine del diavolo è un horror inaspettatamente buono e fresco. Ben lontano da quel piatto circo degli orrori che era il precedente Annabelle 3, Per ordine del diavolo amplifica al massimo tutte le potenzialità del franchise di The Conjuring: una vicenda horror ispirata (molto vagamente) a fatti avvenuti negli anni ottanta, testimoniata da una coppia di detective del soprannaturale realmente esistita.
The Conjuring – Per ordine del diavolo si apre con una scena horror da antologia e prosegue, dosando sempre con una perfetta simmetria, tra jumpscare, una più lenta costruzione della tensione e sporadici sospiri di sollievo.
Cosa quanto mai rara per un franchise giunto al suo settimo episodio, The Conjuring 3 raccoglie una serie di topos del genere orrorifico ristrutturandoli e mettendoli in connessioni inedite: abbiamo così due detective del soprannaturale che a questo giro sfiorano loro stessi la possessione; una struttura narrativa che non lesina l’uso dei flashback, device relativamente poco sfruttato dagli horror; una figura complessa di prete “spretato” che, quantomeno nella rivelazione finale, sa andare al di là del macchiettistico; in svariate sequenze del film, si coglie peraltro un’inedita convergenza tra horror e legal drama, un altro dei filoni tradizionali del cinema statunitense che raramente si sovrappone ai film dell’orrore.
Per rivitalizzare un franchise ormai fra i più noti e forse anche abusati del cinema horror contemporaneo, la squadra produttiva ed il regista Michael Chaves hanno saputo accuratamente giocare con le regole dell’horror classico e con gli stilemi del franchise stesso: per quanto si mantenga la struttura usuale di tutti gli episodi della serie The Conjuring e dei loro relativi spin-off, che vedono i detective Warren di volta in volta impiegati su nuovi casi fondamentalmente slegati dai precedenti e di cui raccolgono i cimeli in cantina, in The Conjuring – Per ordine del diavolo si esplora più approfonditamente la loro backstory, con il ricordo del primo incontro tra i due che si rivelerà cruciale in uno dei momenti finali del film.
La situazione degli eventi è sempre giustificata e al tempo stesso abbastanza imprevedibile, e nonostante una recitazione forse non sempre ottimale da parte dei due protagonisti Patrick Wilson e Vera Farmiga, si riesce sempre ad empatizzare con i personaggi del film. Se l’horror contemporaneo si è andato un po’ banalizzando seguendo la moda dei cosiddetti jumpscare, The Conjuring – Per ordine del diavolo ha sempre una costruzione della tensione ritmicamente azzeccata e con il giusto equilibrio fra l’apparizione improvvisa e il permanere della suspense: anche in virtù di un montaggio e di una successione delle scene piuttosto serrata, Per ordine del diavolo è un horror nel senso stretto ed efficace del termine, senza alcuna pretesa autoriale ma al tempo stesso perfetto nel regalare allo spettatore un’ora e mezza di piacevole spavento e catarsi.
Anche grazie a un uso molto maturo ancorché tipico dell’audio diegetico soprattutto delle scene di possessione, The Conjuring – Per ordine del diavolo risulta sorprendentemente e piacevolmente una delle migliori esperienze cinematografiche di questa stagione tardivamente iniziata, una conferma di come tutti i film, anche quelli più strettamente di genere, migliorino e acquistino valore sul grande schermo.