The House of Us recensione film di Yoon Ga-eun con Kim Na-yeon, Kim Si-ah, Joo Ye-rim, Ahn Ji-ho, Choi Jeong-in e Lee Ju-won
Cosa c’è dietro alla densa e spesso imperscrutabile cortina della famiglia? Per quasi tutti il nucleo familiare ha rappresentato il porto sicuro da cui parte il lungo viaggio attraverso la società, ma i cambiamenti della società nell’ultimo secolo hanno addensato diverse nubi scure di esso. Da rifugio, l’ambiente più sicuro per definizione si è trasformato sempre più in un luogo patogeno, specialmente per i bambini.
E’ il caso di Hana (Kim Na-yeon), ultima arrivata in una tipica famiglia borghese: madre oberata di lavoro (Choi Jeong-in), padre impiegato con il vizio del bere (Lee Ju-won) e un tradimento all’attivo, fratello svogliato con difficoltà a scuola (Ahn Ji-ho). Su di lei grava il peso di un matrimonio tendente al fallimento e visibile solo a chi lo vive giorno per giorno, con tutte le sue tensioni, le urla e i litigi. Come tenerlo in piedi senza perdere l’idea che dovrebbe rappresentare?
Il film di Yoon Ga-eun, presentato in anteprima italiana al FEFF 22, esplora le increspature e le storture di un modello che fatica a stare al passo con i tempi scegliendo il punto di vista della categoria paradossalmente più capace di raccontarlo senza i soliti filtri. Non c’è magia, non c’è banalità, ma una massiccia dose di ingenuità per approcciarsi ad una materia spinosa e trovare il personale kintsugi a quello che sembra irreparabile.
Hana trova prima nel cibo poi in due piccole sorelline e infine nell’idea di un viaggio riparatore con la propria famiglia la soluzione perfetta, convinta che provando tutte le possibili strade inevitabilmente una porti al mantenimento e al miglioramento dello status quo. La realtà, però, è amara e non risparmia nulla a nessuno, tantomeno a qualcuno che debba cavarsela da solo.
Le case e le famiglie di The House of Us sono la testimonianza di come sia possibile parlare con disincanto e acume dello stravolgimento di un’istituzione in balia del nostro tempo, affidandosi alle voci di chi è in prima linea ad affrontare una perturbazione moderata ma costante nel tempo.