The Last Movie Stars recensione docuserie di Ethan Hawke e Martin Scorsese su Paul Newman e Joanne Woodward con George Clooney, Laura Linney, Ewan McGregor, Sam Rockwell, Karen Allen e Mark Ruffalo
Era inevitabile che, prima o poi, la coppia più longeva di Hollywood sarebbe stata raccontata in forma audiovisiva, tuttavia The Last Movie Stars non si limita a trasporre il mito Newman–Woodward, ma ne descrive minuziosamente quelle ombre da sempre celate dietro alla consueta narrazione divistica delle relazioni tra star. Ethan Hawke, durante il lockdown, inizia una serie di interviste a personaggi del cinema più o meno legati alla coppia, con i quali tenterà di ricostruirne fedelmente la controversa evoluzione.
Oltre ai sublimi soggetti, The Last Movie Stars trova il suo valore in una struttura straordinariamente coreografata, dove il meticoloso montaggio gioca un ruolo di assoluto protagonista. Difatti le interviste, i brani estratti dai film e gli approfondimenti con voce narrante, convivono armoniosamente, accompagnando lo spettatore in sei capitoli (episodi) realmente esaustivi. “C’era l’ego di Paul, l’ego di Joanne e l’ego della coppia” e Hawke non fa altro che descriverci con cura ognuno di questi complessi costituenti, evitando di presentarceli come compartimenti stagni da trattare in capitoli distinti, ma amalgamando parte di ognuno in ciascun episodio. Questo approccio permette al documentario di procedere in ordine cronologico, caratteristica utile a donargli una leggibilità davvero invidiabile. La sorprendente fruibilità, tuttavia, non va confusa con la semplicità, poiché The Last Movie Stars tenta e riesce brillantemente ad approfondire temi di rara delicatezza e complessità: dal rapporto tra personaggio e interprete, passando per le numerose fragilità dei due, fino alla vera e propria relazione, il documentario non perde occasione di far riflettere, senza mai scadere nel tipico sensazionalismo di produzioni simili.
Il terreno in cui The Last Movie Stars acquista maggior rilevanza sul piano emotivo è proprio nella maestosa destrutturazione delle icone Newman e Woodward. Difatti, sarebbe stato indubbiamente più semplice e di garantita efficacia descrivere con entusiasmo narrativo la parabola dei due, ma Hawke e colleghi scelgono coraggiosamente di ridimensionare ad ogni livello l’idilliaca narrazione delle due biografie. Così facendo ecco emergere zone buie e fantasmi di una coppia sorprendentemente aderente agli schemi più ammuffiti e deleterei del novecento: nonostante una spiccata raffinatezza intellettuale e la manifesta eccentricità, la vita coniugale dei due risentì pesantemente del tradizionale modello americano, in cui la donna rinuncia alla propria carriera, per permettere ad un fragile marito di affermare se stesso, libero dall’ingombrante ostacolo dei figli.
Perché si, al netto delle innegabili debolezze di Joanne, è proprio la commovente fragilità di Paul a emergere prepotentemente dalle sei ore di proiezione. Sono i demoni di Paul a rompere efficacemente quel ricercato bilanciamento narrativo tra le tematiche, con svariate sezioni del documentario dedicate unicamente al tormento esistenziale dell’uomo dagli occhi più magnetici di sempre: “Non esiste essere umano che possa sostenere ciò che lo ha reso leggenda.”
Il tutto va naturalmente a confluire nella disamina, tanto razionale quanto emotiva, del lungo matrimonio, di cui comprenderemo i delicati equilibri episodio dopo episodio, intervista dopo intervista. The Last Movie Stars non è semplicemente l’annoiato elenco di episodi biografici della vita di Paul Newman e Joanne Woodward, ma, al contrario, si serve delle affascinanti personalità dei due per parlare di ognuno di noi, delle nostre insicurezze, della ricerca di noi stessi e della struggente ricerca di qualcuno con cui condividere la piacevole complessità della vita.