The Lost Leonardo recensione film documentario di Andreas Koefoed con Dianne Modestini, Robert Simon, Alexander Parish e Warren Adelson
La figura di Leonardo da Vinci è sempre in grado di far gravitare su di sé interesse e curiosità. Gli ambiti che ha toccato durante la sua vita sono talmente numerosi da fornire materiale a sufficienza per un’intera branca delle produzioni audiovisive dedicate solo e unicamente al maestro toscano. Uno degli ultimi prodotti che lo vedono protagonista è The Lost Leonardo, documentario diretto da Andreas Koefoed che esamina la recente e inaspettata apparizione del Salvator Mundi (una delle innumerevoli opere perdute di Leonardo), film talmente ben congegnato da aver attirato l’attenzione della 16° edizione della Festa del Cinema di Roma, dove ha trovato posto nella Selezione Ufficiale dell’evento.
Quando un documentario cerca di svelare la realtà dietro un evento misterioso, del quale non si hanno tutti i dettagli, solitamente instaura un approccio simil-investigativo. Attraverso testimonianze eterogenee, tale lavoro deduttivo porta raramente alla verità più pura e cristallina, lasciando l’ardua sentenza allo spettatore. Nel caso di The Lost Leonardo le cose non cambiano (anche perché quello del Salvator Mundi è un “caso” ancora aperto). Tuttavia, è interessante notare come Koefoed abbia puntato tutto sul tono investigativo della vicenda, portando l’opera ad assomigliare più a un giallo filo-narrativo che non a un documentario classico.
Partendo dalla scoperta del quadro a New Orleans dopo cinquecento anni di “latitanza”, fino al restauro che ha iniziato a far sorgere le prime domande sull’appartenenza o meno a Leonardo e alle conseguenti aste che hanno fatto lievitare il prezzo fino alla cifra più alta mai pagata da un privato per un’opera d’arte, il film martella il pubblico con informazioni su informazioni, al ritmo di una macchina industriale. Queste vicende, già inusuali di per sé, vengono concatenate con una cadenza e una fluidità in grado di tenere incollati allo schermo. Il lavoro di montaggio è visibilmente imponente, un miscuglio tra grafiche create ad hoc e immagini originali adattate e modificate a piacimento, cosa che rende l’impatto d’insieme estremamente dinamico.
Però, perché dopo tutte queste lodi non viene spontaneo premiarlo con l’eccellenza? Perché nonostante la pregevole fattura, nonostante l’esecuzione impeccabile, si sente la mancanza di quel di più che non si ottiene solo svolgendo meccanicamente un lavoro. Viene sottolineata più volte nella pellicola l’aura che circonda un’opera di Leonardo rispetto alle innumerevoli altre imitazioni che invadono il mondo dell’arte. Ecco, The Lost Leonardo pecca proprio di ciò: dell’aura emozionale in grado di far spiccare un’opera su tutte le altre.