The Order recensione film di Justin Kurzel con Jude Law, Nicholas Hoult, Tye Sheridan, Jurnee Smollett, Alison Oliver e Marc Maron [Venezia 81]
Quanto è importante conquistare la tanto agognata e chiacchierata etichetta dell’originalità?
Un regista dovrebbe concentrarsi principalmente su un film che riesca a dire qualcosa di nuovo (o a presentare qualcosa di già visto in un modo originale), oppure la priorità risiede solo ed esclusivamente nel mettere insieme un lungometraggio che abbia un’efficacia incontestabile, capace di incollare lo spettatore alla poltrona senza restituirgli la sensazione di aver consumato malamente le proprie risorse e il proprio tempo?
Beh… ognuno darà la propria risposta nella consapevolezza su cosa definisce un ‘capolavoro’ nel cinema. Tuttavia quando un’opera riceve questa etichetta è perché ci si trova di fronte ad un prodotto audiovisivo che conquista per la particolare audacia contenutistica a cui spesso fanno attenzione gli analisti occupati ad inserire ogni prodotto all’interno di una complessa storicizzazione della cinematografia; allo stesso tempo un’incisività formale e contenutistica che, nel tempo, sarà riconosciuta dal grande pubblico come un valore inestimabile.
E questa volta? Per The Order in quale caso ci troviamo? Si tratta di un film originale ma inefficace, di un film efficace ma che poco o nulla ha da aggiungere al proprio genere di appartenenza (di norma rifuggiamo la divisione in generi, ma in questo caso gli stilemi del thriller poliziesco sono rispettati con sorprendente attenzione) oppure di una di quelle rare combinazioni di entrambe le sopracitate virtù?
Non vi sono dubbi… nel caso del nuovo lungometraggio diretto da Justin Kurzel, con protagonisti un sontuoso Jude Law e un altrettanto fascinoso Nicholas Hoult, siamo di fronte ad una pellicola dagli esiti difficilmente contestabili, conquistati mediante la fine gestione di ogni sua singola componente profilmica.
Costruito intorno al saggio The Silent Brotherhood di Kevin Flynn e Gary Gerhardt, The Order funziona e lo fa bene, al punto che sarebbe persino faticoso e controproducente tentare di rintracciare le sporadiche e futili forzature presenti al suo interno. Allo stesso tempo, però, sarebbe altrettanto vano cercare tracce di novità, dalle quali pare che Kurzel e colleghi sembrano essersi tenuti a distanza.
Come esempio di quanto detto finora, possiamo considerare il rapporto tra Terry – l’agente dell’FBI interpretato da Jude Law – e Robert, l’anarchico neo-nazista interpretato da Nicholas Hoult. Gli sviluppi di questo rapporto risultano tanto affascinanti per la qualità della scrittura dei dialoghi e dei personaggi, quanto caratterizzati da un inconfondibile senso di ‘già visto’, che penetra in ogni singolo angolo della struttura drammaturgica di The Order.