The Penitent

The Penitent recensione film di Luca Barbareschi

La trasposizione cinematografica di Luca Barbareschi di una pièce teatrale di David Mamet

The Penitent recensione film di Luca Barbareschi con Catherine McCormack, Adam James e Adrian Lester

di Giovanni Pesaresi

The Penitent di Luca Barbareschi (Credits: 01 Distribution)
The Penitent di Luca Barbareschi (Credits: 01 Distribution)

Carlos è uno psichiatra che subisce una terribile gogna mediatica e giudiziaria quando si rifiuta di testimoniare in tribunale a favore di un giovane paziente accusato di avere ucciso dieci persone.

Il paziente omicida afferma di far parte della comunità LGBT e, a suo dire, è per questo motivo che il suo psichiatra non testimonierà in tribunale o alla polizia. La situazione del dottore si aggrava quando un giornale riporta erroneamente un giudizio sull’omosessualità presente su un suo libro (la parola adattamento diventa aberrazione).

The Penitent è la trasposizione cinematografica di una pièce teatrale (che Luca Barbareschi aveva già portato sul palcoscenico) e infatti la natura teatrale dell’opera traspare da tutte le scelte di messa in scena.

Il film è scritto da David Mamet e – come sempre – è difficile trovare punti deboli nella scrittura del regista e drammaturgo statunitense. Questo inusuale dramma giudiziario-psicologico mantiene un ritmo molto lento, privo di azione e di avvenimenti, traboccante di dialoghi e monologhi fiume.

Di fronte alla scrittura vulcanica di Mamet la regia di Barbareschi – che ha portato a teatro altre opere di Mamet – sembra farsi da parte, quasi scomparire e la scelta di una regia impersonale, se non distaccata nel suo rinunciare all’emozione, in parte funziona.

Luca Barbareschi in The Penitent (Credits: 01 Distribution)
Luca Barbareschi in The Penitent (Credits: 01 Distribution)

The Penitent, forse, resta fin troppo fedele al suo ruolo di adattamento ed è proprio in questa sua predisposizione derivativa che il film perde qualcosa. Barbareschi infatti si limita ad adattare il testo teatrale al cinema (e ad adattarsi ad esso) facendo a meno di quella dose di “disadattamento” necessaria per fare di un soggetto molto interessante un grande film.

Il ritorno del controverso attore e politico italiano dietro la macchina da presa resta comunque un’opera affascinante e complessa, quasi kafkiana nelle dinamiche di svolgimento.

Mamet parte da un presupposto tanto semplice quanto assurdo (un errore di battitura) per elaborare una riflessione estremamente intricata. Il rapporto tra la legge di Dio e la legge dello stato, la razionalità precaria di entrambe, la psichiatria come scienza debole mai davvero in grado di intercettare la complessità umana. Sono tanti i temi che mette sul piatto, ponendo in discussione tutto senza nascondere il suo disprezzo nei confronti della società contemporanea e delle sue ipocrisie; disprezzo che Barbareschi fa suo con un’interpretazione molto sentita.

Anche la nuova morale dell’ideologia woke, della quale Mamet come Barbareschi si dichiara nemico giurato, qui viene attaccata in modo manifesto ma tutt’altro che superficiale.

La critica è ampia e profonda e il “non stile” del regista è compensato dalla grande penna di dello scrittore, che di fatto determina la cifra stilistica dell’opera.

The Penitent di Luca Barbareschi (Credits: 01 Distribution)
The Penitent di Luca Barbareschi (Credits: 01 Distribution)
The Penitent di Luca Barbareschi (Credits: 01 Distribution)
The Penitent di Luca Barbareschi (Credits: 01 Distribution)

Sintesi

The Penitent è l‘adattamento cinematografico di una pièce teatrale che ne mantiene la natura nella messa in scena. Un film con un ritmo lento, ricco di dialoghi e monologhi, con una regia che sembra secondaria rispetto alla scrittura vivace di Mamet. Tuttavia, la fedeltà all'opera originale potrebbe limitare il potenziale del film

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