The Perfect Candidate recensione del film di Haifaa Al-Mansour con Mila Alzahrani, Dhay, Nourah Al Awad e Khalid Abdulrhim
The Perfect Candidate racconta la storia della dottoressa saudita Maryam (Mila Alzahrani), che lotta ogni giorno per affermare la propria dignità di donna e di medico, in una società profondamente conservatrice e patriarcale. Maryam sfida, fino alle estreme conseguenze, il sistema in cui vive, quando si candida alle elezioni comunali.
Il primo obbiettivo della sua campagna elettorale è quello di riparare la strada che conduce al pronto soccorso (dove la dottoressa lavora), che, date cattive condizioni in cui versa, costituisce un imponente pericolo per i pazienti più gravi che giungono all’ospedale. Maryam, quindi, deve convincere al voto una comunità che la scredita, perché non è convenzionale che una donna sia un medico, o che partecipi attivamente alla vita politica.
Il film è chiaramente ispirato alla vita della Al-Mansour, prima regista donna dell’Arabia Saudita fortemente contrastata per avere criticato, tramite le sue opere, la ristrettezza della cultura araba, e per il fatto che svolga un mestiere tipicamente maschile (purtroppo anche nel mondo occidentale, oggi, la quota rosa tra i cineasti è troppo bassa).
La Al-Mansour valorizza, però, le usanze arabe: molte sono infatti le scene con musica araba, preghiere e feste, che la protagonista non rinnega in alcun modo, e che rispetta, cercando, però, altrettanta considerazione per se stessa. Interessante la scelta di far recitare all’attrice diverse scene iniziali col volto coperto.
Maryam combatte il pregiudizio, di qualunque tipo. Anche il padre della dottoressa, sebbene uomo, è ridicolizzato da chi ritiene che un musicista, in particolare un musicista per matrimoni, non sia una personalità di spicco da tenere in grande considerazione. Combattere il pregiudizio è difficile, ma lottare è necessario.
Attraverso The Perfect Candidate, la Al-Mansour mostra una visione ottimista del contributo che le donne saudite possono ricoprire nella società forgiando il proprio destino, non più estromesse da antiquate convenzioni sociali, da mandare in frantumi insieme ai tabù che le attanagliano per tracciare nuovi percorsi per se stesse e le loro figlie.
Gaetano