The President’s Last Bang recensione film di Sang-soo Im con Yoon-sik Baek, Suk-kyu Han, Jae-ho Song, Eung-soo Kim e Won-joong Jeong
Per il bene della democrazia, sacrifichiamo le nostre vite…
Facciamolo insieme, e comportiamoci da veri uomini.
Facciamolo insieme!
(The President’s Last Bang)
Dopo The Man Standing Next, il bel film di Min-ho Woo con protagonista lo strepitoso Byung-hun Lee nonché uno dei nostri preferiti della competizione, presente al Far East Film Festival 2020 un secondo film che tratta lo stesso drammatico evento, l’assassinio del presidente della Corea del Sud Chung-hee Park il 26 ottobre 1979, dopo diciotto anni di dittatura, ucciso dal capo dell’agenzia di intelligence nazionale KCIA, Jae-gyu Kim, interpretato appunto da Byung-hun Lee nel primo film citato.
Due pellicole agli antipodi, da un lato un thriller teso e coinvolgente che avrebbe potuto osare di più nel dramma sociale contestualizzando maggiormente gli eventi, dall’altro una chiacchieratissima commedia satirica girata nel 2005 e presentata a Cannes, diretta da Sang-soo Im, che approda al FEFF 22 in versione restaurata ed integrale dopo essere stata censurata in patria e accusata di diffamazione dagli eredi del presidente scomparso.
Una rivoluzione non è un cocktail party. è una sporca guerra!
(The President’s Last Bang)
Una black comedy che, in ossequio ai canoni del genere, vorrebbe essere sferzante ma appare soltanto tediosa e caricaturale, che riduce la critica sociale ed il dramma storico alle perversioni di un povero vecchio potente, triste e solo, che si circonda di prostitute, starlette e lacchè mentre deruba e manda allo sfacelo il suo stesso Paese.
Corea del Sud che nella visione del regista cresce in seno giovani generazioni apatiche e strafottenti, che ignorano l’inno e tutto ciò che gli capita attorno – eppure a Busan e Masan migliaia di studenti rischiano la vita per opporsi alla tirannia della dittatura Park – mentre le vecchie generazioni aspettano con indifferenza il prossimo regime, e tutto intorno l’entourage della presidenza svolge il suo sporco lavoro con aridità e noncuranza.
Perché tanta fretta? Non è mica un crimine!
(The President’s Last Bang)
Non si avverte l’urgenza mossa dalla crisi della democrazia e dall’ingiustizia, manca lo spessore morale, manca la critica tagliente che si riduce al cieco attacco politico attraverso il ritratto di pochi inetti debosciati alla deriva e di un uomo che esce apparentemente di senno trasformandosi in un folle che emette suoni inarticolati.
Dopo il Last Bang ai danni del presidente, l’ultima penosa mezz’ora precipita nella noia verso il nonsense sconclusionato e sbiadito, quasi un collage di scenette caricaturali e grottesche incollate insieme che malcelano la povertà dei contenuti dell’opera di Im Sang-soo, priva di arguzia e povera nell’intrattenimento.