The Rig recensione serie TV di David Macpherson con Iain Glen, Emily Hampshire, Martin Compston, Owen Teale, Mark Addy, Calvin Demba e Rochenda Sandall
The Rig segue le vicende di Magnus MacMillan (Iain Glen) e del suo equipaggio sulla piattaforma petrolifera Kinloch Bravo situata al largo della costa scozzese nelle infide acque del Mare del Nord. Con l’avvicinarsi della data del loro ritorno sulla terraferma, vengono investiti da una nebbia misteriosa. L’evento sembra interrompere ogni tipo di comunicazione e, peggio ancora, la nebbia sembra portare con sé qualcos’altro.
L’equipaggio lotta per scoprire cosa spinge questa forza sconosciuta e inevitabilmente si iniziano a formare gruppi che si scontrano tra loro. I legami si rompono, le alleanze si delineano e le faglie generazionali vengono al pettine. I membri della piattaforma Bravo saranno spinti al limite sia della propria lealtà che della propria resistenza.
Negli anni 80 Stephen King e John Carpenter mostrarono le prime opere con la nebbia come protagonista, in cui l’orrore celato risultava molto più spaventoso di quello percepibile alla vista. Stiamo parlando di The Mist di King e The Fog di Carpenter. Entrambi hanno influenzato sia la produzione letteraria che cinematografica e le loro atmosfere sono ancora oggi utilizzate per creare il clima perfetto di una storia misteriosa. Entità oscure che trovano un posto dove nascondersi – nella nebbia, appunto – terrorizzando persone che sono costrette ad affrontare una gara per la sopravvivenza.
The Rig creata da David Macpherson e diretta da John Strickland, disponibile su Amazon Prime Video, si inserisce in questo noto filone di storie.
La nebbia è un evento soprannaturale che sfida ogni tipo di spiegazione logica. Uno scenario perfetto per esplorare i personaggi, le loro interazioni e, soprattutto, come reagiscono davanti a situazioni estreme. Nei primi episodi le personalità vengono caratterizzate sulla base di cliché e solo successivamente approfondite le paure, i traumi e i segreti.
Nonostante l’ambientazione non sia particolarmente originale, l’elemento claustrofobico della piattaforma la distingue dalle altre storie simili; la location infatti aumenta la tensione e rende gli episodi interessanti.
L’atmosfera inquietante e l’escamotage dello svolgersi in un luogo chiuso e remoto – anche qui, ogni riferimento a La Cosa di Carpenter non crediamo sia casuale – danno forma al crescente stato di ansia e sgomento a cui un manipolo di persone viene sottoposto. Persone in balia della natura e di una forza misteriosa ma, forse, soprattutto di loro stesse.
Tecnicamente, però, questo titolo non si spinge oltre i propri limiti. L’aspetto visivo risalta quando si tratta degli interni e della sensazione di essere intrappolati in una struttura pesantemente abitata. Altri aspetti, come l’opprimente immensità del mare, risultano più deboli. Ma non tutte le produzioni possono avere un budget miliardario.
La serie ha comunque un buon cast composto sia da veterani che da nuovi attori tra cui Emily Hampshire, Martin Compston, Owen Teale e Mark Addy.
Alla fine The Rig sembra un “vorrei ma non posso”. Qualcosa che forse sarebbe potuto andare un po’ oltre dal punto di vista della trama. La storia sembra non prendere un chiaro indirizzo su quale tipo di serie essere, oscillando tra la prevedibilità di un thriller e l’ondata riflessiva di stampo ecologista.
Nonostante la scarsa originalità la creazione di David Macpherson e John Strickland solleva domande approfondite sulla natura, sull’ambiente e su ciò che serve per sopravvivere, il che sembra molto in linea per il mondo in cui viviamo ora.