The Strangers: Capitolo 1

The Strangers: Capitolo 1 recensione film di Renny Harlin

Recensione del primo film della trilogia horror diretta da Renny Harlin

The Strangers: Capitolo 1 recensione film di Renny Harlin con da Madelaine Petsch e Froy Gutierrez

The Strangers: Capitolo 1 di Renny Harlin (Credits: John Armour/Lionsgate)
The Strangers: Capitolo 1 di Renny Harlin (Credits: John Armour/Lionsgate)

Girare un film horror a basso budget è ancora sostenibile?
I numeri relativi a numerosi esponenti del genere prodotti negli ultimi anni sembrano rispondere positivamente a questa domanda, specialmente per quanto riguarda quegli esperimenti editoriali resi possibili da un investimento economico contenuto. Un budget ridotto implica meno responsabilità, il che, almeno sulla carta, dovrebbe fornire ad un creativo spazi di manovra più ampi sul piano squisitamente narrativo.

L’horror è stato a lungo il terreno privilegiato dai cineasti indipendenti per tastare l’efficacia dei propri esperimenti audiovisivi, il che, inevitabilmente, ha permesso ad una serie di preziose pellicole di emergere organicamente nel panorama cinematografico delle ultime tre decadi

Quando parliamo di coraggio editoriale, non ci riferiamo esclusivamente a soluzioni visive fuori dal comune o a trame psichedeliche, lontane dai gusti del grande pubblico, ma anche, più banalmente, alla capacità di concepire una sceneggiatura che trasmetta allo spettatore la sensazione che quel particolare lungometraggio sia nato da un’esigenza creativa autentica, e non soltanto una voce da spuntare nel business plan del produttore.

Non ci aspettiamo, ovviamente, che ogni opera sia una gemma raffinata e inestimabile come X: A Sexy Horror Story (2022), realizzato con un budget sorprendentemente ridotto di un milione di dollari.

Un film le cui componenti horror sono centellinate con sobrietà e maestria all’interno di un’impalcatura drammaturgia semplicemente esaltante. Tuttavia, è curioso notare come, a fronte di simili esempi di creatività, possano ancora emergere lungometraggi tanto prevedibili e opachi quanto quello che analizzeremo nelle prossime righe.

The Strangers: Capitolo 1, diretto da Renny Harlin, potrebbe essere considerato un’efficace rappresentazione audiovisiva del concetto di “superficialità”. Ciò è dovuto a una serie di scelte (o, più precisamente, di “non scelte”) che denotano una spiccata povertà creativa, curiosamente in uno degli aspetti meno costosi di un film: la sceneggiatura.

Basterebbe una breve descrizione del soggetto e degli sviluppi della trama per restituire in modo immediato la disarmante pigrizia editoriale del progetto. Tuttavia, risulta utile segnalare la carenza creativa nella costruzione formale dell’elemento horror, costantemente dipendente dalla formula audiovisiva dello jump scare.

Come se non bastasse — anche se era prevedibile —, le motivazioni di ciò che avviene a schermo sono nebulose e lasciate alla mercé mercé di una necessaria sovra-interpretazione dello spettatore, costretto a carpire faticosamente degli indizi dai claudicanti dialoghi per tentare di giustificare sul piano logico ciò che avviene nel corso di questo mediocre lungometraggio.

The Strangers: Capitolo 1 di Renny Harlin (Credits: John Armour/Lionsgate)
The Strangers: Capitolo 1 di Renny Harlin (Credits: John Armour/Lionsgate)

Sintesi

Se non fosse per una componente formale appena sufficiente e una durata fortunatamente ridotta al minimo, saremmo costretti a bocciare completamente questo deludente primo capitolo, la cui evidente mediocrità sembra compromettere in partenza le prospettive del suo seguito

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