The Well, intervista al regista Federico Zampaglione: “l’horror più sanguinolento tra quelli realizzati”.

Federico Zampaglione, regista e leader della band Tiromancino, racconta il suo nuovo horror The Well, un film dalle venature gotiche in cui abbonda la violenza

Federico Zampaglione ci racconta The Well, il suo nuovo horror con protagoniste le bravissime Lauren LaVera e Claudia Gerini.

Sul nostro sito potete trovare anche la recensione in anteprima del film.

Federico Zampaglione e il cast The Well al lavoro sul set (Credits: Iperuranio Film, CG Entertainment, Carlo Dutto).
Federico Zampaglione e il cast The Well al lavoro sul set (Credits: Iperuranio Film, CG Entertainment, Carlo Dutto).

Carlo Capalbo: The Well, pur risultando essere un film più prevedibile nella struttura narrativa rispetto ai tuoi precedenti lungometraggi, non è certamente privo di valore. Quindi, cosa è realmente cambiato rispetto ai lavori horror precedenti?

Federico Zampaglione: io non mi metto ad analizzare le cose che faccio. Questa è una cosa che devono fare i giornalisti, i recensori. Non mi interessa fare analisi delle mie stesse opere; tra l’altro non è una cosa che ho mai fatto. The Well è un film che, secondo me, ha atmosfere diverse rispetto agli altri miei film, in qualche modo. Può appartenere di più al filone gotico. Ci sono dentro tante cose che mi ispiravano e mi piacevano. Però lascio a voi il compito di analizzarle e decodificarle. Io non mi occupo di farlo.

C.C.: In passato hai spesso ammesso di aver appreso gli insegnamenti di registi come Dario Argento e Lucio Fulci, citandoli anche apertamente in alcuni film. Nel 2024, trovi che sia la strada giusta per un esordiente ispirarsi a grandi maestri del passato? O pensi che sia meglio non avere alcun legame con questi e partorire idee che nascono da zero, senza alcun riferimento iniziale?

F.Z.: in Italia, purtroppo, si continua a parlare sempre del passato quando si menziona l’horror. Piace tanto dover sempre tirare in ballo film di 40 o 30 anni fa. Io credo che questo sia un problema, non una cosa positiva. Quando faccio un film è chiaro che nel mio DNA ci sono influenze del passato, ma la stessa cosa può valere per la musica. Ho ascoltato Battisti, Dalla, Pino Daniele, tanta musica internazionale, ma non è che quando mi metto a fare un disco di Tiromancino cerco di imitare questi cantatori o band del passato. Cerco una mia strada, anche se ci possono essere degli echi di cose lontane. Stessa cosa vale per l’horror: io cerco il mio linguaggio horror.

La troupe del nuovo horror The Well di Federico Zampaglione (Credits: Iperuranio Film, CG Entertainment, Carlo Dutto).
La troupe del nuovo horror The Well di Federico Zampaglione (Credits: Iperuranio Film, CG Entertainment, Carlo Dutto).

C.C.: Girerai mai un film che non appartiene al genere horror (anche se il tuo esordio e successivamente sono horror solo nei momenti più macabri come Nero bifamiliare e Tulpa – Perdizioni mortali) o al genere musicale (Morrison n.d. r.)?

F.Z.: girerò mai un film che non che non è horror? Ma l’horror è il mio genere preferito. Sicuramente ho fatto anche delle cose non horror e ho sentito che le stavo facendo con una passione diversa rispetto a quando giro l’horror. Quello che succederà nel futuro, onestamente, è talmente fuori dal mio controllo che è difficile esprimermi in merito. Non so cosa succederà, quindi chissà.

C.C.: Com’è stato lavorare con una giovane star del cinema horror come Lauren LaVera? Credi che possa essere un volto che verrà sfruttato in altri prodotti horror italiani, come si usava fare tanto tempo fa?

F.Z.: È stato molto bello lavorare con Lauren LaVera. È una giovane attrice di talento che si impegna molto. Va detto che in generale tutto il cast di The Well ha fatto un’ottima performance. Lorenzo Renzi nel ruolo del carceriere è addirittura ingrassato 30 kg per interpretare quel personaggio, poi Claudia Gerini. Penso che con tutti gli attori, sia americani che italiani, compresa mia figlia (Linda Zampaglione n.d.r.) abbiamo fatto un lavoro molto accurato e preciso. Penso che il cast di questo film sia il suo punto di forza. Mi sono impegnato molto per dirigerli dando una puntuale direzione e cercando di curare le sfumature di ogni singolo personaggio. Per quanto riguarda il futuro di Lauren come attrice, e in particolar modo nell’horror italiano, è una domanda che dovete rivolgere a lei.

Federico Zampaglione che dà indicazioni alla protagonista del film: Lauren LaVera (Credits: Iperuranio Film, CG Entertainment, Carlo Dutto).
Federico Zampaglione che dà indicazioni alla protagonista del film: Lauren LaVera (Credits: Iperuranio Film, CG Entertainment, Carlo Dutto).

C.C.: Nei tuoi film c’è sempre una scena splatter, dove il sangue abbonda. Pensi che per spaventare lo spettatore la forte presenza di sangue sia ancora un elemento valido? In The Well devo ammettere che è non troppo eccesivo o forzato come in altre occasioni, non trovi?

F.Z.: Più che il discorso dello splatter qui parlerei di gore (The Well e non solo) perché la violenza nello splatter rimane sempre un po’ più buffa e fine a sé stessa, mentre qui invece  è più intensa e viscerale. Io non faccio mai le cose pensando allo spettatore, anche se ho molto rispetto di lui. Penso che lo spettatore prenda quello che gli dai; se però lavori pensando a lui il tuo lavoro risulta minato e falsato. Non so se le scene di sangue possano piacere o meno, ma non credo sia un problema mio. Per quanto riguarda il mio ultimo film, credo che sia quello più violento e, secondo tutte le recensioni e i commenti dai festival che ho letto, sia in Italia che soprattutto in America, una delle caratteristiche più menzionate è proprio la violenza grafica con l’uso di effetti pratici/prostatici fatti da Carlo Diamantini. Quindi, il fatto che The Well sia meno violento rispetto ai miei precedenti lungometraggi non mi trova d’accordo. Penso invece che abbia delle sequenze molto crude e, leggendo le opinioni in rete e non solo, troverai molte persone che condividono questa mia visione.

C.C.: Chi consideri oggi il volto del cinema horror (anche italiano, se non vuoi spostarti altrove), escludendo ovviamente i maestri tuttora in vita? Pensi che ci sarà un ritorno più massiccio alle produzioni di questo tipo in Italia o bisognerà, come spesso accaduto nel recente passato, affidarci a giovani alle prime armi o a produzioni perlopiù indipendenti?

F.Z.: Guarda, io onestamente mi impegno sulle cose che devo fare io. È difficile che mi metta a pensare alle cose che fanno gli altri e ad analizzarle. Tra musica e cinema il mio tempo è molto limitato e di certo non lo posso usare per pensare agli altri. Quello che ti posso dire è che questo ultimo film ha avuto dei grandi risultati all’estero: è stato venduto in 104 paesi, in molti dei quali uscirà in sala, compreso l’America. Sta per uscire in Italia. Vediamo come andrà. Del resto, l’industria va dove ci sono i risultati, il pubblico e i numeri. L’Italia è un paese un po’ esterofilo, quindi spesso si tende a premiare più il prodotto che arriva da fuori; è sempre stato così in realtà. Vediamo un po’ se qualcosa cambierà. Io sto facendo il mio e spero che questo contributo possa dare una mano a questo genere che appunto fa fatica a consolidarsi in questi anni.

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