Time recensione film di Garrett Bradley vincitore del Miglior Documentario allo Zurich Film Festival 2020 in streaming su Amazon Prime Video dal 16 ottobre
Time recensione documentario Amazon Prime Video: È il settembre 1997 quando Rob Richardson e sua moglie Sibil Fox – che da questo momento chiameremo Fox Rich – rapinano una banca. “Eravamo disperati – dice la donna – e le persone disperate fanno cose disperate”. Dopo il furto di cinquemila dollari, Fox Rich riceve una pena pari a tre anni e mezzo di reclusione, Rob una pena di sessanta. Ma è davanti a quei sessant’anni di ingiusta reclusione che inizia la ribellione di Fox, che si rivolge, più e più volte, alle “due milioni di persone vittime dell’incarcerazione di persone povere e di colore”. Rob viene liberato nel 2018 grazie al Governatore John Bel Edwards, dopo più di vent’anni di galera.
Time è un documentario lanciato da Amazon Prime Video a partire dal 16 ottobre, dopo la distribuzione in alcune sale selezionate soprattutto Oltreoceano, presente anche alla prossima Festa del Cinema di Roma 2020.
Presentato al Sundance 2020 dove ha vinto lo U.S. Documentary Award, Time è diretto da Garrett Bradley, che ha debuttato nel 2014 con Below Dreams al Tribeca Film Festival e al momento sta lavorando ad una docuserie Netflix sulla tennista Naomi Ōsaka.
Stando al critico cinematografico Peter Debruge per Variety, Time è un film che “riscriverà di certo il pensiero degli americani riguardo il complesso penitenziario-industriale”. Che l’obiettivo di Bradley sia o meno portare la coscienza comune a ragionare su un sistema penitenziario a lungo criticato, come rendere in un documentario di poco più di un’ora i vent’anni che una donna ha passato a lottare per la libertà del marito?
La scelta stilistica di Bradley non è così scontata, ma funziona. Bradley prende le riprese amatoriali di Fox Rich, un diario che racconta la sua vita e quella dei suoi sei figli, una serie di ricordi “in scatola” destinati anche a Rob che, dal carcere, non ha modo di veder crescere i suoi bambini e che può vedere la moglie soltanto due volte al mese, per un massimo di due ore.
Bradley prende queste riprese e le monta senza rispettare un ordine cronologico, modalità che, se può risultare confusionaria in determinati punti, è forse l’unico modo per rendere davvero la vita della famiglia Rich. E a queste riprese vengono, ovviamente, aggiunte quelle professionali, in un bianco e nero costante, in cui vediamo tanto Fox, quanto i figli, che raccontano in prima persona esperienze e pensieri.
Il documentario è talvolta gravato da sequenze poco incisive che ne appesantiscono la visione, ma Fox Rich è una narratrice d’eccezione. Che si sia d’accordo o meno con il suo pensiero, non si può negare la sua capacità, la sua forza, nel difendere la sua famiglia e quello in cui crede. Nonostante il tempo che passa – ma che fino al 2018 sembra non essere veloce abbastanza da restituirle, almeno non ancora, suo marito – Fox Rich non si arrende, e anzi continua quello che ormai è il suo lavoro di ribellione. Time ne è una rappresentazione ottimamente realizzata.
Vera