Top Gun Maverick l’importanza della colonna sonora e il potere evocativo della musica al cinema

L’importanza della colonna sonora di Top Gun: Maverick e il potere evocativo della musica al cinema: da Harold Faltermeyer e Giorgio Moroder ad Hans Zimmer, Lorne Balfe e Lady Gaga

La scena d’apertura di Top Gun: Maverick – la nostra recensione – rappresenta uno splendido omaggio al film di Tony Scott del 1986. Quando risuonano le prime note di Top Gun Anthem di Harold Faltermeyer e Steve Stevens è subito nostalgia. Esattamente come nell’originale, sul ponte di volo, avvolti da una luce crepuscolare, piloti e membri della crew preparano le operazioni di lancio. Alla musica si aggiungono, accompagnandola in crescendo, i suoni metallici di ganci e pistoni, voci indistinte che danno istruzioni dagli altoparlanti e, naturalmente, il rombo dei motori dei jet, mentre i titoli di testa compaiono sullo schermo. Partenza, decollo, e l’immancabile Danger Zone di Kenny Loggins, altra canzone iconica, composta da Giorgio Moroder, si sostituisce alla prima proiettando lo spettatore in quell’universo familiare fatto di velocità, sudore, adrenalina e voli acrobatici.

Non riusciamo ad immaginare un inizio migliore per un sequel che, a distanza di 36 anni, si pone come obiettivo quello di superare il suo predecessore senza mai staccarsene completamente. Al contrario, l’intenzione è quella di riprendere i temi che lo hanno reso un cult intramontabile ed elevarli all’ennesima potenza. Obiettivo centrato. Missione compiuta.

Dal punto di vista visivo, il film di Joseph Kosinski che vede nuovamente come protagonista Tom Cruise nei panni del capitano PeteMaverickMitchell, più maturo ma ancora in forma smagliante, ripropone sul grande schermo l’estetica calda e testosteronica del cinema anni ’80, inserendo, però, una palette cromatica più fredda nel terzo atto e un realismo immersivo senza precedenti nelle sequenze aeree. Claudio Miranda, direttore della fotografia cileno che ha lavorato con registi del calibro di David Fincher ed Ang Lee, con lo stesso Tony Scott, e alla quarta collaborazione con Kosinski, porta a casa un risultato a dir poco eccezionale.

Basta questo a fare di Top Gun: Maverick un gran sequel e uno dei film più riusciti degli ultimi tempi? Certamente no.

Non esiste pellicola che si rispetti senza una colonna sonora ad hoc, coinvolgente, emozionante, originale, epica e, soprattutto, riconoscibile. Se ciò è vero in generale, lo è ancor di più nel caso di trilogie, saghe e franchise di successo, che non possono e non devono in alcun modo prescindere dalle atmosfere audio del film capostipite, ma piuttosto mantenerne una certa continuità introducendo, al tempo stesso, nuovi elementi. Si pensi, ad esempio, ad una delle più grandi saghe cinematografiche di tutti i tempi: Rocky. Le indimenticabili melodie di Bill Conti, a tratti malinconiche, a tratti cariche di spirito combattivo – chi non ha provato, almeno una volta nella vita, ad allenarsi al ritmo di Gonna Fly Now? – presenti in tutti i sequel, vengono riprese e arrangiate in chiave moderna da Ludwig Göransson negli spin-off Creed (2015) e Creed II (2018).

Lo stesso vale per l’inconfondibile leitmotiv di Pirati dei Caraibi firmato Hans Zimmer e Klaus Badelt, che ci riporta subito alla mente il buffissimo ed irresistibile Johnny Depp/Jack Sparrow e quella sua corsa sgangherata che tanto amiamo. E che dire delle musiche di John Williams – compositore senza il quale i film di Steven Spielberg e George Lucas non sarebbero ciò che sono – nella trilogia originale di Jurassic Park, sapientemente riadattate da un Michael Giacchino in grande spolvero per la nuova trilogia di Jurassic World?

Mai sottovalutare il potere evocativo della musica

È proprio Hans Zimmer, re Mida della musica, che con la sua grandiosità trasforma in oro tutto ciò  che tocca, a far parte del quartetto d’eccezione schierato per il nuovo capitolo di Top Gun. Lo affiancano il già citato Harold Faltermeyer, Lorne Balfe, che ha spesso collaborato con Zimmer, e una straordinaria Lady Gaga. Grazie al lavoro di questi immensi professionisti, la soundtrack di Top Gun: Maverick segue ed esalta la narrazione, abbinando passato e presente, raccontando insieme alle immagini e alla solida performance di un cast di attori di prim’ordine – Miles Teller, Jennifer Connelly e Val Kilmer, per citarne alcuni – una storia d’amicizia, d’amore, di crescita emotiva, di vecchi rimpianti e nuove sfide all’insegna di training massacranti e combattimenti aerei che tolgono il fiato. A tal proposito, Take My Breath Away dei Berlin, anch’essa composta da Moroder e premiata come Miglior Canzone agli Academy Awards del 1987, è la grande assente, ma ci pensa la potenza vocale di Lady Gaga con la sua Hold My Hand a raccoglierne il testimone e, molto probabilmente, ad assicurarsi un posto d’onore nella prossima edizione degli Oscar.

Merita una menzione speciale – e i fan del primo Top Gun apprezzeranno di certo – la scena in cui Bradley Rooster Bradshaw (Miles Teller) intona al piano Great Balls of Fire di Jerry Lee Lewis, canzone preferita del compianto padre “Goose” (Anthony Edwards). È uno dei momenti più sentiti e nostalgici di Top Gun: Maverick. Mai sottovalutare il potere evocativo della musica.

Top Gun: Maverick con le sue tracce sonore stimola la nostra anima romantica e guerriera

Ma una colonna sonora, nel senso più ampio del termine, non è fatta di sola musica; si compone anche di quei suoni ed effetti che, in congiunzione con essa, completano il delicato ed importantissimo processo di missaggio. Non era impresa facile tenere testa al sound mix e sound design del film di Tony Scott. Per il sequel la Skywalker Sound, azienda leader nel settore del montaggio sonoro e parte di Lucasfilm, si è avvalsa dei suoi potenti mezzi e di una copiosa libreria di suoni registrati per l’occasione. Grazie alla collaborazione con GE Aviation suoni di vari motori di aerei, militari e non, sono stati opportunamente posizionati ed amplificati per enfatizzare l’illusione, già creata in maniera magistrale dalle nuove tecniche di ripresa, di ritrovarsi all’interno della cabina di pilotaggio, al centro di scontri ad alta quota senza esclusione di colpi. Un motivo in più per vedere Top Gun: Maverick al cinema. Parafrasando lo stesso regista, è un film concepito per essere visto nella sala con lo schermo più grande e il miglior impianto audio che si possa trovare.

In conclusione, Top Gun: Maverick è un film completo, tecnicamente ineccepibile sotto ogni aspetto, che convince, commuove, intrattiene, emoziona, cattura il nostro sguardo e stimola, con le sue tracce sonore, la nostra anima romantica e guerriera. Ha cuore e carisma da vendere e, con incassi da record che fanno decollare il box office, si inserisce di diritto fra i film capisaldi della ripresa post-pandemia della settima arte.

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