Tre Rivelazioni

Tre Rivelazioni recensione film di Yeon Sang-ho [Netflix]

Tre Rivelazioni recensione film di Yeon Sang-ho con Ryu Jun-yeol e Shin Hyun-been [Netflix]

Tre Rivelazioni di Yeon Sang-ho (Credits: Netflix)
Tre Rivelazioni di Yeon Sang-ho (Credits: Netflix)

Nel 2016 il regista Yeon Sang-ho realizzò una moderna pietra miliare dello zombie-movie, con il folgorante e adrenalinico Train to Busan. Dopo Peninsula, sfortunato seguito dell’horror che lo aveva lanciato sulla sfera internazionale, ed Hellbound, serie Netflix dal buon successo, il regista torna al lungometraggio, aiutato nientemeno che da Alfonso Cuaròn. I due hanno infatti realizzato uno spiazzante thriller dal sapore teologico, disponibile su Netflix.

La vita di Min-chan (Ryu Jun-yeol), giovane sacerdote di una piccola chiesa di quartiere, viene sconvolta quando Kwon Yang-rae (Shin Min-jae) varca la soglia della sua congrega. Dopo cinque anni di carcere per aver rapito e imprigionato una ragazza, l’uomo è ora in libertà vigilata, ma potrebbe tornare a colpire. Min-chan si chiede se il loro incontro sia solo una coincidenza, ma ben presto comincia a vedere attorno a sé dei segni, delle rivelazioni mandate da Dio, che lo esortano a punire il mostro che ha appena incontrato. Sulle tracce del criminale c’è anche Yeon-hee (Shin Hyeon-bin), una poliziotta che cerca vendetta per sua sorella, la ragazza vittima di Kwon, che si è suicidata a causa del trauma subito.

Ognuno dei tre personaggi presi in esame osserva la realtà alla ricerca di eventi e di segni che confermino i loro preconcetti. Così facendo, diventano tutti prigionieri di carceri mentali nei quali rischiano di perdere la ragione.

Il giovane prete Min-chan, per esempio, continua a incappare in segni che per chiunque altro sarebbero insignificanti, ma che per lui diventano messaggi diretti del Creatore. Il suo subconscio riconosce ciò in cui lui vuole credere. Una semplice macchia sul muro diventa così il viso di Cristo, una nuvola dalla forma peculiare diventa un angelo messaggero, una scritta sul muro diventa un indizio mandato da Dio.

Quando tutto diventa parte di un disegno più grande, ogni azione viene giustificata dalla volontà divina, e Min-chan si trasforma da un uomo fragile e assillato dai dubbi a uno spietato fanatico. La sua è una discesa nella follia splendidamente messa in scena. Quando le rivelazioni di Dio si manifestano a Min-chan, le immagini assumono una potenza inquietante, trasmettendo quel sacro terrore e quell’atterrimento che l’incontro col divino può scatenare.

Dal lato opposto dello spettro ci sono le allucinazioni di cui è preda Yeon-hee, nelle quali lo spirito della sorella torna a perseguitarla incolpandola della sua morte. Come il prete fanatico, anche Yeon-hee è prigioniera della sua stessa mente, ma a differenza di Min-chan o di Kwon le sue trappole mentali sono rivolte verso l’interno, e la tengono in un perenne stato di rimorso autodistruttivo. È solo abbandonando la ricerca di un significato in tutto ciò che ci accade che è possibile un qualche tipo di liberazione.

Tre Rivelazioni riesce a raccontare tutto questo integrandolo perfettamente in un intreccio thriller ben calibrato e rifinito, dove una pioggia martellante (che ricorda il Seven di David Fincher) si abbatte sui personaggi costruendo un’atmosfera opprimente ed evocativa.

Quando però il finale comincia ad avvicinarsi, il regista sembra aver paura che il pubblico non sia più capace di stargli dietro e capire appieno il messaggio del film. Yeon Sang-ho finisce quindi per chiudere il suo thriller con soluzioni tanto veloci quanto scialbe, e si prodiga di spiegare per bene le tematiche del film esplicitandole nei dialoghi.

Questo trattiene Tre Rivelazioni dall’essere al livello che poteva raggiungere, ma la pellicola rimane comunque un ottimo prodotto di quel cinema coreano capace di fondere il cinema di genere con quello d’autore, senza per questo perdere le qualità dell’uno e dell’altro.

Tre Rivelazioni di Yeon Sang-ho (Credits: Netflix)
Tre Rivelazioni di Yeon Sang-ho (Credits: Netflix)

Sintesi

Grazie a un buon intreccio thriller impreziosito da un graffiante sguardo nell’animo umano, Tre Rivelazioni si distingue come l’ultimo lavoro di un buon regista che si riconferma una voce da continuare a seguire

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