In occasione dell’anniversario dell’inizio dello scandalo del Watergate, ricordiamo il film che lo raccontò in maniera eccelsa: Tutti gli uomini del Presidente
Il 17 giugno del 1972 un vigilante scoprì cinque scassinatori in azione, nella sede del Partito Democratico, presso il Watergate Hotel di Washington. Ecco l’inizio di uno degli scandali politici più scioccanti e memorabili di sempre: lo scandalo del Watergate.
La vicenda segnò irrimediabilmente la politica americana, portando all’impeachment di Richard Nixon, ma influenzò molto anche la storia mondiale.
Dalla vicenda sono stati tratti diversi film, come Gli intrighi del potere – Nixon, Frost/Nixon – Il duello e il recente The Post. Ma la pellicola che racconta nel modo migliore lo scandalo del Watergate è sicuramente Tutti gli uomini del Presidente.
Lo scandalo del Watergate: All the President’s Men
Tutti gli uomini del Presidente (All the President’s Men) è un film del 1976, diretto da Alan J. Pakula. È basato sull’omonimo saggio scritto dai giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, che condussero l’inchiesta che portò alla luce lo scandalo del Watergate.
Il film inizia proprio nella famosa sera del 17 giugno del 1972, quando cinque uomini vengono fermati, mentre si trovano nella sede del Partito Democratico a Washington, in uno degli edifici del complesso residenziale Watergate.
Il mattino seguente, Bob Woodward (interpretato da Robert Redford), reporter del Washington Post, va in tribunale per scrivere dell’udienza e scopre che uno degli incriminati lavora per la CIA.
Perciò, inizia a sospettare un legame tra la vicenda e la campagna elettorale di Nixon, per la sua rielezione. Si unisce a lui un collega giornalista, Carl Bernstein (Dustin Hoffman) e insieme si mettono a indagare sul fatto.
La loro indagine appare, fin da subito, molto difficile, soprattutto a causa della grande omertà diffusa tra gli uomini al potere.
Nonostante i legami tra la vicenda e il Partito Repubblicano siano sempre più palesi, il New York Times decide di non occuparsi della vicenda, rallentando non poco l’indagine dei due giornalisti, costretti a rivolgersi ad un misterioso informatore, chiamato Gola Profonda (Hal Holbrook).
Tutti gli uomini del Presidente è sicuramente uno dei migliori (se non il migliore) film sul giornalismo esistente.
Nonostante la pellicola sia un racconto quasi didascalico dell’indagine giornalistica intrapresa da Woodward e Bernstein, la raffinatezza tecnica e la sceneggiatura rendono il film avvincente e mai noioso.
Fu Robert Redford a spingere per la produzione del film: l’attore venne a conoscenza dello scandalo del Watergate, durante la campagna promozionale del film Il candidato. Proprio per la sua avversione verso Nixon, cercò di convincere Bernstein e Woodward a scrivere un libro sulla loro indagine.
Il saggio fu pubblicato il 15 giugno del 1974 e, un mese dopo, Redford ne acquistò i diritti cinematografici per la Warner Bros..
Per quanto riguarda il cast, Redford pensò subito di ingaggiare un’altra star di uguale grandezza per il ruolo di Bernstein, proprio per non sbilanciare il film. Dopo diversi provini, la scelta ricadde su Dustin Hoffman.
Completano il cast Jack Warden, Martin Balsam, Hal Holbrook, Jason Robards, Jane Alexander, Meredith Baxter e Ned Beatty.
Le indagini durarono due anni, dal 1972 al 1974, con un susseguirsi di eventi sempre più clamorosi. Per questo, Alan J. Pakula aveva in mano del materiale “esplosivo” per il suo film, a cui non furono risparmiate diverse critiche, proprio per aver dimostrato il marcio che si nascondeva dietro la politica americana, distruggendo il sogno americano.
Il regista riesce a portarci all’interno dei meccanismi della politica americana, come nessun altro film è riuscito mai a fare (neanche quelli venuti dopo), puntando molto sull’accuratezza dei fatti.
Per molti storici contemporanei, lo scandalo del Watergate ha distrutto quel patto silente di fiducia che era presente tra il governo americano e i suoi elettori, rendendo Nixon un personaggio talmente controverso, da poter fare analisi su analisi sul suo operato.
Oltre a rappresentare alla perfezione le dinamiche dei due protagonisti (perfettamente in parte), Tutti gli uomini del Presidente riesce a regalarci uno scorcio dell’America degli anni Settanta, grazie soprattutto ad un’accurata scenografia.
Tutti gli uomini del Presidente è un film che ha raccontato (e continua a raccontare) le ombre della politica americana e di quel gioco di potere che ha agito nelle retrovie per anni negli Stati Uniti, facendo da apripista per i successivi, come il già citato Frost/Nixon e Il caso Spotlight.
Tutti gli uomini del Presidente: le curiosità sul film
- Tutti gli uomini del Presidente ricevette 8 nomination agli Oscar, vincendone quattro: Miglior sonoro, Migliore scenografia, Migliore sceneggiatura non originale e Miglior attore non protagonista per Jason Robards;
- Per il ruolo di Bernstein, all’inizio fu proposto Al Pacino, per poi scegliere Dustin Hoffman. Mentre per il ruolo di Ben Bradlee, furono presi in considerazione diversi attori, come Christopher Plummer, Gene Hackman, Burt Lancaster e Kirk Douglas;
- L’American Film Institute ha inserito il film al 77° posto nella lista dei 100 migliori film statunitensi e, nel 2010, è stato scelto per la conservazione nel National Film Registry della Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti;
- Il film racconta solo i primi 7 mesi dell’indagine dei due giornalisti, mentre l’inchiesta è andata avanti per due anni;
- Le riprese non sono state effettuate all’interno della redazione del Washington Post. La redazione fu ricostruita in un teatro di posa e furono acquistate persino duecento scrivanie dalla stessa azienda che le aveva vendute al giornale;
- Redford e Hoffman, per potersi preparare al ruolo, frequentarono la redazione del Washington Post, partecipando alle riunioni e alle conferenze stampa;
- Nel film c’è anche un cameo di Frank Wills, la guardia di sicurezza che scoprì l’irruzione al Watergate, che interpreta se stesso.